martedì 29 settembre 2009

Vorrei...

Vorrei esser il primo raggio di sole per baciare il tuo viso

Vorrei poter esser con te la notte per farti conoscere il paradiso

Vorrei esser l'acqua che scivola sulla tua pelle per sentire il tuo corpo fremere fra le mie mani

Vorrei esser per te la serenità del tuo domani

Vorrei esser un alito di vento per carezzarti e darti un bacio sulle labbra per svegliarti

Vorrei esser la tua gioia nei giorni cupi per regalarti un sorriso
e illuminare il tuo dolce viso

Vorrei esser mille cose per te
ma solo una per me....
stare accanto a te

Gioia

sabato 19 settembre 2009

L'amore è vita

Sono nella mia camera ,sul mio letto sdraiata ,su fresche e candide lenzuola e con il mio pc.Indosso un vestitino leggero con una fantasia di fiori dai bei colori tenui,fuori non è una bella serata anzi minaccia pioggia ma fa ancora caldo.Sono messa a "pancia in giù",i capelli trattenuti da un grosso fermaglio stentano a rimanere in ordine e qualche ciocca scivola sul mio viso,adesso mi sto guardano il seno che al solito fa bella mostra dalla scollatura,ma stasera se ne sta timidamente nascosto,giocherello con le gambe, ho i miei gattini vicino a me ,Miss è sulla mia, anzi ormai la sua poltrona e sonnecchia , l'altro gatto Andrèè,anche chiamato da me ,gatto papero, un bellissimo cucciolo di gatto rosso striato bianco,gioca con il bordo del mio vestito che ad ogni movimento delle mie gambe si muove ed ha lui sembra un gioco.Ogni tanto mi passeggia sulla schiena,ha un passo così delicato felpato,si avvicina con il suo musetto al mio viso,mi guarda come per vedere cosa stia facendo e poi ritorna sui suoi passi.Sapeste quanto è coccolone,mi scambia per la sua mamma .Ama dormire sul mio fianco mentre gli tocco la zampina e dormiamo così delle volte io che gli tocco la zampina e lui che mi fa le fusa.Mi fanno compagnia,con loro ci parlo anche, sembra che mi capiscano per come mi rispondono miagolando guardandomi in viso.Io li adoro questi gattini.Stavo rileggendo alcuni post del mio blog,quanta verità ho trascritto in quelle pagine!Quest'uomo che ho amato da morire,m'ha lasciata tanta amarezza e dolore dentro e certe sue parole risuonano spesso nella mia testa" o mia o di nessuno nemmeno dopo morto ricordalo!"sembra come una maledizione,ho provato ad innamorarmi per cercare di colmare quel vuoto interiore che è dentro di me ,ma sempre con risultato negativo.S'innamorano di me,ma io ho paura di farlo per non soffrire ancora ,e quando anche non volendo è successo,ecco che quella frase si avverà.Avviene sempre un qualcosa o qualcuno che ci fa allontanare,ed io ricomincio a stare male,a soffrire come una bestia ferita.Forse sbaglio io ad essere restia nel rapporto a non lasciarmi andare completamente ,come vorrebbero o ho solo paura d' amare e così svanisce tutto.Ma è anche vero che delle volte la parola amore si pronuncia troppo facilmente,senza darne il giusto significato e finisci per crederci e poi ti accorgi che è stato solo un gioco crudele,che chi ti ha detto "ti amo"è solo uno come quei tanti che dicendolo ti illudono che sia amore vero.L'amore è vero che è vita ma se poi svanisce ti toglie un pò di vita!

martedì 8 settembre 2009

Gioia e l'insofferenza

Sembrava fosse già tutto scritto e definito il mio futuro con Giuseppe, come la trama di un film di cui spesso si sa già il finale "e vissero felici e contenti"... nel film! Ma la realtà cominciava a farmi vedere un altro finale della relazione, iniziavano a starmi "strette "tante cose, no che non l'amassi più, ma forse crescere e confrontarmi un pò con delle mie coetanee mi apriva gli occhi su un altro modo di vedere il nostro rapporto. Sempre più di frequente ero insofferente alle sue costrizioni, non c'era nulla di male se delle amiche mi invitavano ad uscire per fare shopping o se mi attardavo a chiaccherare con i colleghi nell'atrio della mia facoltà, o se scambiavo con alcuni di loro il numero del cellulare... quest'ultima, poi, una tragedia! Mi richiamava subito e se io mi ribellavo con flebili proteste, Giuseppe mi faceva lezioni di "saper vivere": "non vedi come vanno vestite le tue amiche? Lo sai il detto, se ti unisci a loro ti considereranno poi tale". Continuava "Non sta bene che ti soffermi a chiaccherare con dei colleghi fuori dall'aula, sanno tutti chi sei, vuoi che poi ridano di me?Il cellulare! Ma scherzi, è una cosa molto personale non devi dare il tuo numero a nessuno". Insomma, oltre che dare lezioni della sua materia ai suoi studenti a me impartiva lezioni di vita, di vita da reclusa! Ho concluso questa frase quasi con rabbia, perchè i miei pensieri tornano indietro e alcuni non li vivo bene, lui avvertiva la mia insofferenza che sempre più a fatica riusciva a soffocare. Alle volte mi sentivo come un cavallo rinchiuso in un recinto, animale che amo perchè mi dà l'idea di libertà, mi sentivo come uno di loro, tenuto però a briglie strette da lui,ma ad ogni suo strappo mordevo il morso e alzavo il capo fiera, come per volergli far capire che non volevo abbassare più la testa, e non curante dei colpi di sperone per indurmi a sottostare, io reagivo invece inarcando la schiena cercando di disarcionarlo per correre libera e sola nelle praterie. Forse tutto ciò traspariva nel mio sguardo, nelle mie reazioni alle sue "paternali"... poi m'abbracciava stretto a sè e mi diceva "ma come scalpita la mia sicula ribelle"... ed io mi scioglievo come neve al sole! Ecco bastava mi stringesse fra le sue braccia, o sentire le sue labbra sulle mie, su di me, sentirmi accarezzare dalle sue mani che scivolavano sul mio corpo come il tocco di una piuma che mi procurava brividi di piacere immenso ed io m'abbandonavo a lui... come sempre.

martedì 1 settembre 2009

Gioia e l'amore - Quinta parte

Passavano gli anni, il tempo scorreva inesorabilmente e Giuseppe era sempre accanto a me. Lui gestiva la mia vita in tutto e per tutto. Penserete che non m'importasse, che mi lasciavo trascinare come acque di un ruscello: in effetti ero talmente in simbiosi che non me ne accorgevo. Giuseppe mi comprava anche i vestiti a suo gusto, come se vestisse la sua bambola! Mi teneva lontano dalle mie amicizie, non erano adatte a me diceva, mi lasciò scegliere solo la facoltà che più mi piaceva e che secondo lui era adatta a me, ma solo perchè era quasi al suo livello intellettuale, figuratevi se avessi scelto una facoltà di mediocre interesse culturale! Oggi sapete penso a quei periodi, mi sembrava di essere una farfalla nella sua crisalide, ovvero c'è, esiste, ma è chiusa dentro una prigione e aspetta solo di liberarsi dell'involucro e di "volare" da sola per poter godere delle meraviglie della natura. Mi bastava poco per essere felice, le sue carezze, i suoi baci, stare fra le sue braccia mi faceva toccare "il cielo con un dito", non m'importava altro... e non m'accorgevo che teneva stretta nelle sua mano la mia crisalide! La sua presenza a casa mia ormai era normale, anche il cibo sceglieva per me; io amo il pesce, è uno dei miei piatti preferiti... e lui sapete cosa faceva? Prima di andare a lezione all'università andava alla pescheria di buon mattino e mi comprava il pesce, diceva che "solo al mattino si trova il migliore", lo portava a mamma e la consigliva anche su come cucinarmelo... "qui c'è il pesce pa picciridda mia", così solea dire come a volermi nutrire del suo amore anche materialmente. Mamma sbuffava quando Giuseppe, come anzidetto, le consigliava il modo di prepararmelo, e lei che non bada tanto a certi crismi spesso lo minacciava che glielo avrebbe tirato addosso se non l'avesse fatta fare a modo suo. Mamma gli ricordava che ero figlia sua, e che sapeva bene cosa mi piaceva o meno, con quel sorriso ironico che accompagnava le sue parole e ch dietro nascondeva tanta insofferenza! Poi se avevo una lezione andavamo insieme all'università, ma prima si accertava che avessi un abbigliamento "idoneo"ad uscire... guai a vestirmi a modo mio, se indossavo un panta-collant con sopra un golf molto lungo o jeans e golfini un pò aderenti, il suo commento era sempre lo stesso:"ti sei vestita da stronzetta, lo sai che non mi piace!"... Così, mestamente non replicavo,mi cambiavo, lui mi sceglieva ciò che dovevo indossare e mi stringeva a se baciandomi... "questa è adesso la mia bambolina!".Passiva, cieca, sorda?No! Solo innamorata, al punto da vivere in funzione sua e solo per lui, solo per farlo felice così com'ero io accanto a lui! Sapete mentre scrivo e mi racconto, anche se può sembrarvi strano, mi viene un nodo alla gola, perchè Giuseppe mi amava davvero, di quell'amore folle, ossessivo... ma era davvero amore a modo suo. Amore, con la A maiuscola, perchè spesso è facile dire "Ti amo", per alcuni è solo un modo di dire o addirittura altri lo dicono per ingannare, perchè non sanno cos'è l'amore e non l'hanno mai vissuto, e credono che pronunciare questa parola sia normale in certi momenti... non sanno che fanno peccato offendendo sia il sentimento sia la persona a cui la rivolgi, e rimangono solo persone vuote dentro che l'amore non sanno nemmeno come si scrive!!