venerdì 26 dicembre 2008

L'angelo della morte

E' tarda notte, sono rientrata da poco a casa mia da una serata con amici, così, per stare un pò insieme, per distrarmi un pò. Ma appena entrata, ho udito la voce di mio padre, anzi i suoi lamenti di dolore, mi sono accostata vicino alla porta della camera dei miei, non volevo interrompere il loro discorso ricco di parole d'amore. Mi rimarrà forse per sempre nella mente quella visione, mia madre china su di lui, che lo bacia sulle labbra e lui ormai quasi immobile, che con la sua mano tremante le accarezza il viso; ma ai gesti si accompagnano le parole... tremende !!! Lui la supplica di non curarlo più, di lasciarlo andare. Nonostante il calore che c'è nell'ambiente, brividi di freddo mi percorrono tutta; mamma cerca di non far caso alle sue parole, lo accarezza, lo incita a reagire. Scopro in mia madre una forza che non le conoscevo, la sua è la forza della disperazione, dell'amore verso mio padre. Li guardo, di nascosto, come quando ero piccola e mi nascondevo dietro lo stipite della porta, mi piaceva guardarli dormire abbracciati o ascoltarli mentre si raccontavano della giornata trascorsa, come sono belli, dolci... Dio perchè fai loro tutto questo!Mamma non smette di chiamarlo "vita mia", forse ha ragione, è la sua vita, quella che si sta spegnendo assieme a lui. Lei non ha ragione di essere senza di lui! Forse un gioco di luci nella penombra della fievole luce della lampada, forse i miei occhi appannati dalle lacrime non sò, mi è parso di vedere vicino mio padre un'immagine, un angelo; ma non era avvolto da una luce celestiale, no, era l'angelo della morte che stava vicino al suo capezzale, era li che li guardava ed era come fosse in attesa, mentre con il suo flauto suonava una musica sinistra, che sembra scandire forse il poco tempo che rimane per portare con sè un'altra anima. Un bacio papà, una carezza a te mamma.

mercoledì 17 dicembre 2008

Catena d'amore...

Eccomi rientrata alla base! Mi spiace molto lasciare casa dei miei, ma gli impegni di lavoro si devono pur rispettare. Sono qui, nella mia cameretta, ho lasciato un clima in Sicilia, dove ancora l'inverno stenta ad arrrivare, con piacevoli giornate ancora baciate da un tiepido sole... e sono arrivata al Polo Nord! Sapete, quì dove vivo adesso il freddo è veramente freddo, io penso se lo facciano mandare direttamente dal Circolo Polare Artico, forse per averne l'esclusiva! Sono sotto il piumone, indosso un caldo pigiama di lana colore rosa pastello, mi avvolge dolcemente in un caldo tepore, ho anche sulle spalle uno scialle di morbida lana bianco, che mamma ha lavorato ai ferri; mi piace averlo indosso, e come se avessi le sue braccia che mi cingono le spalle, ha ancora un pò del suo profumo, profumo di "mamma". I vetri della mia porta-finestra sono appannati da un velo di vapore, fuori scendono leggeri fiocchi di neve che si pogiano sui rami degli alberi imbiancandoli appena, è come se madre natura si prodigasse a ricoprire i suoi figli, con una morbida coltre di neve, per ripararli dal gelo: per me è uno spettacolo, non sono abituata a tutto questo e ne rimango estasiata. Miriam è stata dolcissima, si è affannata tra i fornelli, ha fatto davvero un "miracolo", la cena era... mangiabile! Povero tesoro, lei per la cucina è negata! Mi aspettava con ansia, sapete, ed io non vedevo l'ora di riabbracciarla; siamo molto legate, ci teniamo compagnia, ci confidiamo tutto, dopo cena ci siamo messe "comode" nella mia camera. Tra valigie ancora da disfare e pacchi regalo scartati in fretta per la curiosità del contenuto, la mia gattina Miss a stento ha trovato la sua cesta per sonnecchiare.Ci siamo raccontate un pò tutto quello che era successo durante la mia assenza, Miriam ed io, sedute con le gambe incrociate sul mio letto, come non ci vedessimo da chissà quanto tempo; lei era lì di fronte a me, pendeva dalle mie labbra, la curiosità le faceva brillare quei suoi occhi chiari così belli, sembrava una bimba che stesse ascoltando una fiaba. Mi ha fatto il "terzo grado di interrogatorio", sembrava un commissario di polizia, che cerca di spremere il sospettato! Le ho raccontato delle mie giornate, di mio padre, di mamma, di quegli "amori" dei miei fratelli che mi hanno organizzato l'incontro con Giuseppe; non vi dico le sue considerazioni, o meglio i suoi apprezzamenti sul comportamento degli stessi, meglio sorvolare. Miriam è così... spontanea, diciamo! Stasera ho di nuovo sentito Giuseppe, mi chiedeva come fosse andato il viaggio, al solito una scusa, si è offerto ancora una volta di venirmi a prendere per ritornare giù in Sicilia, per le vacanze natalizie; cerco di essere calma quando parlo con lui, ancora mi prende "un pugno allo stomaco " quando lo sento, l'essere ritornata a casa, l'averlo rivisto, non mi ha lasciata indifferente: forse il mio è un rapporto di odio e ancora amore nei suoi confronti. Lo sò, mi direte che ho una gran confusione nella mia testolina, ma lui è stato il mio primo amore, lui mi ha fatto... diventare donna, con Giuseppe io ho conosciuto la passione, mi ha insegnato l'arte del sesso in amore: perchè lui è davvero un artista in questo senso, è pieno di fantasia, e sa farti raggiungere l'estasi in certi momenti. Lo sò, con lui ho conosciuto anche il disprezzo, l'umiliazione, a volte la paura, tutti sentimenti che cozzano con la sua arte straordinaria di amare. Non è facile per me, il nostro legame è ancora come una catena che è difficile da spezzare, delle volte sembra che quest'ultima mi stringa a tal punto da farmi tanto male, ed io gliel'ho detto sapete, e Giuseppe sorridendo dolcemente mi ha risposto: "non puoi spezzarla, la nostra è una catena d' amore".

venerdì 12 dicembre 2008

Geloso di un sogno

Ha preso la mia mano nella sua, come fosse un gesto normale, e mi ha guardata sorridendomi: forse non se lo aspettava che accettassi di ballare con lui. The Power of Love, una canzone che spesso ci accompagnava nei nostri trascorsi, adesso ci vedeva ballare quasi come due estranei; quante volte queste note ci avevano visto insieme... Giuseppe mi cingeva la vita delicatamente mentre ballavamo, io mi limitavo a seguire il ritmo della musica, le mie mani appena poggiate sul suo petto... come avrei voluto ci fosse il mio angelo al suo posto! Lui mi parlava dolcemente, mi riportava indietro con i ricordi, lo sentivo enfatico, lo avvertivo dal tremore leggero delle sue mani, mi sfiorava i capelli con la mano, mi sussurava "sei il mio respiro, io non vivo senza di te, ritorniamo insieme, ti accorgerai che sono cambiato". Le sue parole le ascoltavo in silenzio, come a voler capire cosa dicesse, percepivo il calore del suo corpo del suo profumo; un legame forte ci unisce, non si possono dimenticare di colpo tanti anni di vita insieme, le sue parole mi martellavano il cervello, mi sentii come se mi mancasse l' aria... era come se avessi fame d' aria. Lo invitai ad uscire in terrazza, avevo bisogno di respirare, o forse volevo solo interrompere il suo discorso. Una spendida serata invernale, appena un lieve soffio di vento sfiorava le foglie di mirabili piante sparse nella terrazza, gerani ancora in fiore pendevano da vasi di terracotta sul davanzale della stessa, un leggero profumo di zagara arrivava fin sopra da un giardino vicino ricco di alberi carichi di colorati frutti che si illuminavano con i raggi luminosi della luna piena. Stavamo così uno accanto l'altro, lui mi accarezzava i capelli, continuava a parlare di noi due ed io all'improvviso ho risposto con gesti inconsulti. Gli ho battuto i pugni sul petto, volevo scaricare la mia rabbia su di lui, e Giuseppe non ha mosso un dito; io piangevo e lo colpivo con i pugni serrati, volevo fargli male, il male che lui aveva fatto a me volevo che lo sentisse su di lui!!! "Sei stato geloso di un sogno, era solo un sogno il mio, hai distrutto tutto per un sogno!". Lui era immobile, come se si aspettasse questa mia reazione, non diceva una parola, stava lì, mi guardava senza dir nulla. Mi guardava stranito, ma non c'era cattiveria nel suo sguardo, sembrava prossimo al pianto, trattenuto forse per orgoglio maschile, capiva quanta rabbia ci fosse dentro di me e ascoltava tutto quello che gli rimproveravo. Mi abbandonai ad un pianto liberatorio, Giuseppe mi ha stretto a se dolcemente, ed io mi sono sentita come svuotata dentro, stanca; ero riuscita a dirgli quanto mi avesse ferita, quanto mi avesse fatta sentire l'ultima delle donne in certi momenti con lui, quanto il suo egoismo fosse preponderante fra di noi e come era riuscito ad uccidere un vero amore. Un bacio a te angelo mio, con te io vivo, anche se sò che la mia realtà non può farmi ancora volare con te. Un bacio sulle tue labbra.

sabato 6 dicembre 2008

Una serata particolare... Prima Parte

Buongiorno giorno! Era da tanto che non salutavo così il nuovo giorno. Oggi mi sento carica di emozioni, ho voglia di trascriverle sul mio pc. E' una bella giornata di sole oggi, ventosa, un pò freddina, ma bella, la mia bella Sicilia riesce a regalare anche a Dicembre delle splendide giornate di sole. Sapete l'Etna si e imbiancata, è uno spettacolo stupendo ammirarla, sembra una bella dama con uno scialle di morbida e candida lana bianca; ma lei si è solo "ammantata" di neve, e si staglia imponente all'orizzonte, sbuffando serenamente un pò di fumo bianco che si confonde fra le nuvole. Sono nella mia camera, tra le mie cose, questa camera mi piace molto, non ha molti mobili ma l'essenziale per renderla comoda e pratica, e vi assicuro che quando è ordinata è davvero bella! Vi è un bel armadio dalle tinte tenue in verdino e color panna, dove sugli sportelli sono dipinti graziosi mazzolini di fiori dai colori delicati, un bel letto in ferro battuto in tinta con l'armadio, dove sul capezzale, nei nodi della lavorazione, sono applicati fiori colorati lavorati egregiamente dal fabbro. Una bella scrivania piena di mille cose, una tolettina da trucco con marmo rosa dove sono diciamo "riposti"(per non dire litigano fra loro, tale è il disordine) i miei profumi, i miei trucchi, le mie ciprie, un portagioie che mi regalò mio padre al ritorno da un suo viaggio all'estero: è un delizioso armadietto cinese con all'interno tanti cassettini foderati di seta bordeaux con foglioline oro, dove ripongo i miei piccoli oggetti preziosi. Una bella specchiera rotonda di legno chiaro, che mi ha vista specchiare e crescere pian piano, mi ha vista felice mentre spazzolavo i miei capelli, o mi truccavo gli occhi, o mi facevo "bella" per uscire con chi ho amato davvero, ha specchiato il mio viso pieno di lacrime quando mi sono sentita ferita e come una sciocca parlavo da sola con me stessa, e guardandomi allo specchio mi compativo, ed allo stesso tempo mi criticavo e mi accusavo: in quei momenti la mia immagine riflessa era per me la mia unica amica. Istintivamente porto indietro con una mano i miei capelli, socchiudo gli occhi, sembra tanto lontano delle volte quel tempo, non voglio intristirmi... ma il passato ritorna sempre! Ieri sera i miei fratelli hanno organizzato una serata fra amici, un modo per ritrovarci e stare un pò insieme,ma... non avrei mai pensato che fosse un'uscita trabocchetto!! Sono tremendi, delle volte mi verrebbe... lasciamo perdere, poi sembrerei anche violenta!! Ho indossato un bell'abito nero con dei piccoli e morbidi volant bordati di fili d'argento sulla gonna, un bel decoltè a goccia; ho raccolto alcune ciocche di capelli con un fermaglio a "fiore" nero e argento, trucco leggero perchè, sapete, non mi piace appesantirmi gli occhi con vistosi ombretti, un filo di lucida labbra, qualche goccia di "Roma "( uno dei miei profumi preferiti), scarpe di morbida pelle e sopra un cappottino bianco con un soffice colletto di pelliccia dello stesso colore. Guardatemi, ho detto poi ai miei fratelli... dove ve la sognate una sexi come me? La sorpresa l'ho trovata al ristorante, perchè tra gli amici che mi hanno accolta festosamente, c'era anche lui, il mio ex fidanzato, Giuseppe! Lui era fra loro, mi ha salutata con una stretta di mano ed un timido bacio sulla guancia, l'ho accolto gelidamente mentre fulminavo con gli occhi i miei fratelli. Giuseppe durante la cena non la smetteva, anche se con discrezione, di guardarmi, stranamente sembrava impacciato, sapeva di non raccogliere la mia simpatia e cercava di partecipare alle discussioni degli amici dei miei fratelli con finta disinvoltura. La cena è trascorsa così fra chiacchere, risate e apprezzamenti per i vari piatti che ci venivano serviti. Durante la cena abbiamo deciso di concludere la serata in una discoteca molto nota di Catania, almeno un pò di musica e qualche ballo mi avrebbe tirato un pò sù. Il locale è molto elegante, ha due piste da ballo, bei pavimenti in marmo, lampadari maestosi in Swarovski pendevano giù dal soffitto e, al riflesso della luce, facevano brillare di mille colori i loro cristalli; comodi divani di pelle bianca erano sparsi per le sale, in fondo alla sala un barman serviva invitanti cocktail, la musica si diffondeva in modo piacevole. Abbiamo preso posto sui divani, gli amici scherzavano tra loro, i miei fratelli sono andati subito a ballare con le loro ragazze ed io... sono rimasta in compagnia di Giuseppe. Lo osservavo nella penombra della sala, neanche il buio riusciva a nascondere i suoi lineamenti del viso marcati: bruno, occhi penetranti, naso perfetto, una bella bocca e denti bianchi che appaiono ad ogni sorriso, un fisico atletico. Un corpo che mi ha fatto impazzire, che quando affiorava, mentre lo spogliavo dei suoi vestiti, voleva solo essere baciato, amato e sfiorato dalle mie mani con desiderio. Le mie mani su di lui sembravano accarezzare una statua scolpita da un maestro d'arte scultorea. Ad un tratto la sua voce calda con dei toni bassi incredibili sembrò darmi una scossa, come se mi avesse destata: mi offriva una rosa, ed io, garbatamente, l'ho rifiutata. Non ha avuto una reazione particolare, come se l'aspettasse, l 'ha poggiata sul tavolo come niente fosse. Ma ad un ennesimo invito a ballare, non ho potuto rifiutarmi nuovamente...

sabato 29 novembre 2008

Follia d'amore

Rieccomi, sono nel salone di casa mia, indosso un caldo vestito di lana leggera azzurro con un colletto quasi in tinta di pizzo tramato ai bordi da un nastrino di raso bianco, ho raccolto i miei capelli in una lunga treccia che scivola giù sulla mia schiena. Mi sembra di essere una "scolaretta!". Non c'è molto freddo oggi, dopo un furioso nubifragio che ieri si è abbattuto sulla mia città, il sole oggi ha voluto farsi perdonare di non esserci stato in questi giorni offrendoci una magnifica giornata. Sono seduta alla mia scrivania, durante la mia assenza mia madre non ha toccato nulla delle mie cose, c'è di tutto quì sopra, il mio portamatite, le mie foto, i miei pupazzi, piccoli souvenir di viaggi, il mio pc; il tocco di mia madre lo noto nell'ordine in cui ha posto le cose, lei ci tiene all'ordine, mi richiama sempre e lo sà che fra poco questa scrivania sarà inguardabile, come dice lei, e rassegnata rassetterà il tutto. Questo salone dove sono adesso è un pozzo di ricordi, ha visto festeggiare i nostri compleanni, le lauree, serate in festosa compagnia di amici e parenti, notti di Natale passate a giocare a tombola in attesa della "nascita di gesù Bambino": i miei lo hanno arredato con gusto e nel corso degli anni si è arricchito di tanti soprammobili. Un bel salotto in stile Luigi XIV, di una stoffa di raso celeste cielo, con ricami delicati di foglioline e fiori color argento è adagiato su un bellissimo tappeto cinese in varie gradazioni di azzurro dove sembrano rincorrersi bellissime rose dai colori tenui che risaltano sull'azzurro dello sfondo. Mia madre lo vide un giorno in una vetrina di un noto negozio di tappeti e lo disse a mio padre, lei glielo descrisse, le era piaciuto tanto, ma non avrebbe mai pensato che dopo un paio di giorni sarebbe stato sotto il suo salotto. Mio padre glielo regalò e ricordo che loro due quel giorno si baciarono come due fidanzatini, non curanti delle nostre "critiche"... ma eravamo felici noi figli a vederli così innamorati. Un grande quadro a "parete"con una mirabile rappresentazione della laguna di Venezia fa da sfondo al divano, antiche vetrine ricche di preziosi Capodimonte sono sparse nell'ambiente, una bella sala da pranzo sempre in "stile" dai toni chiari con delicate bordure di cornici dorate, un'antica credenza dove sugli sportelli maestri fiorentini hanno scolpito dei graziosi mazzi di fiori dai colori tenui, che sembrano emergere dalla superfice lignea del mobile, ancora uno stupendo pezzo in radica di rosa, bordato da colonnine con fregi bronzei, ed intarsi sulla facciata che riproducono nature morte, sovrastato da uno splendido quadro raffigurante dei fiori e della frutta su di un tavolo. Una bellissima statua di Capodimonte che rappresenta una mamma con i suoi bambini, un ennesimo regalo di mio padre per la festa della mamma, troneggia sul centro della tavola da pranzo rotonda, dove il disegno dei fiori lungo tutto il bordo sembra farle da centro tavola. Spicca, inoltre, una "francesina"dalla tapezzeria color oro piena di bambole antiche, bambole che puoi trovare ovunque a casa mia, perchè sono la passione di mia madre tanto che addirittura dà ad esse anche dei nomi! Mio padre negli anni gliene ha fatto dono, sapeva di farla felice. Preziosi quadri sono appesi alle pareti del gran salone, una tenda a cascata di color avorio riempie tutta la parete, lasciando ben filtrare la luce delle porta finestre. Ma c'è una cosa in questa sala che mi piace veramente tanto: un bellissimo presepe di Caltagirone. E' fatto di corteccia di albero dei boschi di S.Pietro, pieno di grotte ricavate da un abile lavoro degli artigiani calatini, ricco di pastori interamente lavorati a mano sempre dagli stessi: in questo periodo viene acceso da piccole gocce di luminare ed è uno spettacolo a vederlo. Da piccola, spesso, mi mettevo seduta sul tappeto e stavo lì solo per ammirarlo. Le note del Bolero di Ravel accompagnano questi miei ricordi,queste note sembrano scandire il tempo nella vita, un crescendo di note che poi di colpo tronca. Come il nascere, crescere, vivere la vita e poi ecco di colpo... la fine. Così sento questa musica ! Ieri sera è venuto a fare visita a mio padre il mio ex fidanzato, lui è un caro amico dei miei fratelli, ma la sua visita ha avuto un doppio scopo, sapeva di trovarmi... e così ha avuto un motivo in più per venire a casa mia. Siamo stati proprio quì, seduti sul grande divano, abbiamo parlato a lungo. Io l'osservavo, è sempre un gran bell'uomo, indossava un bel completo sportivo di colore chiaro. Sempre molto elegante, tiene molto al suo fisico, al suo modo di vestire, ricercato nei particolari, negli accoppiamenti di colore sugli abiti: il tutto denota la sua ricerca "del bello" per distinguersi dagli altri. Giuseppe ha cercato di confortarmi, era diverso dall'uomo che ho lasciato poco tempo fa: mi accarezzava le mani, e per farlo mi ha chiesto il permesso!!! Una cosa impensabile per il suo modo di agire e di pensare, dove tutto gli è dovuto e ciò che non può avere se lo prende lo stesso senza chiedere il permesso! Sembra cambiato, una sottile ruga vicino gli occhi appariva appena ad ogni accenno di sorriso, è stato dolce, come non lo ricordavo da tanto tempo, quando parlando di mio padre sono scoppiata in lacrime. Lui mi ha abbracciata dolcemente, era sincero, spontaneo, porta sempre quel profumo che io amavo sentire su di lui, gli dicevo una volta "questo profumo si fonde con la tua pelle, è parte di te". E lui ieri sera, forse per combinazione, non sò, aveva questo profumo, il calore delle sue braccia, l'essenza profumata della sua pelle mi hanno riportata per un attimo indietro nel tempo, solo per un attimo, quando ero felice vicino a lui, quando lo amavo pazzamente. Mi ha sfiorato la testa con un timido bacio, mi ha sussurrato "ti amo e ti amerò per tutta la vita amore mio". Non mi sono sciolta dal suo abbraccio, forse bisogno di tenerezze, di affetto, sono rimasta con il mio viso sul suo petto e lui ha poggiato il suo sul mio capo. Siamo rimasti così solo per un pò, poi ha asciugato le mie lacrime e mi ha dato un bacio sulla fronte. Giuseppe è ancora innamorato di me, forse il tempo e la lontananza gli hanno fatto capire gli sbagli dettati dalla sua folle gelosia, dal suo egoismo... ma forse la sua era solo "una follia d' amore"!

domenica 23 novembre 2008

Ninna nanna per l'ultima volta

Rieccomi, è appena l'alba, fa freddo, i tenui colori della luce del nuovo giorno faticano a farsi strada dalle tenebre della notte. Soffia un forte vento, che scuote e piega gli alberi che sembrano inchinarsi alla forza della natura. Non si sente nemmeno il fragoroso cinguettio degli uccellini che di solito mi augurano il buon giorno. Sono tornata a casa mia, sono nella mia camera fra le mie care cose, tutto mi appare un pò cupo; ma non è la mancanza delle prime luci del giorno a rendere l'atmosfera cupa, è la tristezza che fa da "padrona" in questo periodo in questa casa. Stanotte non sono state le chiacchere sommesse dei miei fratelli al ritorno di qualche serata passata allegramente con gli amici a svegliarmi, ma le grida di dolore di mio padre, che combatte una guerra già persa per la vita. Io gli sto vicino, lo accarezzo e lo bacio sulla fronte, su gli occhi , come piace a lui, ma il suo viso contratto dal dolore a malapena riesce a percepirlo. Vedo mia madre stanca, mi è apparsa anche invecchiata, è la sua ombra, soffre come lui e forse di più, il suo è un dolore che non ha nessuna medicina per aiutarla. Lei gli sta accanto, ad ogni lamento, ad ogni smorfia di dolore, gli prende il viso fra le mani, lo bacia dolcemente, le sue labbra sembra volessero raccogliere una parte delle sofferenze del suo amore che vede spegnersi giorno dopo giorno, il suo senso di impotenza è immenso. La malattia ha logorato il fisico di mio padre, quello che una volta era un uomo possente, atletico, forte adesso è quasi inerme. Un fisico magro minato dal male, sembra quasi che potrei prenderlo in braccio. Si, lo farei, lo vorrei tenere fra le mie braccia e cullarlo come faceva lui con me, cantargli una ninna nanna per farlo addormentare; ma non come lui faceva con me che poi mi metteva nel mio lettino con la mia bambola preferita vicino, no, io lo cullerei per farlo addormentare.... per sempre, per non vederlo più soffrire. Gli canterei una dolce ninna nanna per l'ultima volta, lo bacerei sugli occhi e sulla fronte e lo affiderei alle braccia di Nostro Signore. Capisco solo adesso cosa sia l'eutanasia, è solo un atto d'amore. Sto piangendo sapete, a stento riesco a digitare, non pensate che sia cattiva o stolta, è solo il grande amore che ho verso di lui che mi fa desiderare tutto questo!

sabato 15 novembre 2008

Una lacrima... per un giorno in più

Questa mia pagina è dedicata a tutti coloro che conoscono cos'è la sofferenza e la disperazione e l'unitilità di "essere" stando vicino ad un ammalato di cancro. Sono sole 6 lettere, ma è una parola che in un attimo ti stravolge la vita, ti annulla, capisci che sei nulla di fronte ad una sola parola!
Poco valgono le preghiere, le cure quasi inutili, li chiamano "metodi palliativi" e significa...niente! E allora cominci a pensare... perchè ti rendi conto di come siamo piccoli, di come siamo inermi di fronte ad una morte annunciata. Si spendono miliardi per alimentare delle guerre, per uccidere in nome di non si sà cosa, ma non riescono a trovare fondi per dare la "vita", la ricerca sul cancro va a rilento, le guerre vanno di fretta!!! Quando sei vicino ad un ammalato "condannato"resti lì, lo guardi, gli tieni la mano, lo baci, lo accarezzi,vorresti che le sue atroci sofferenze fossero le tue, solo per dargli un pò di pace, ma non puoi fare nulla,nulla! Sapete cosa desidero in questo momento? Che ogni mia lacrima sia per lui un giorno in più di vita, mi vorrei consumare gli occhi, restare cieca, solo per dargli un pò di vita. Un bacio all'unico e solo primo amore della mia vita. Un bacio papà.

giovedì 13 novembre 2008

Una notte fra le braccia di un angelo

Sono stata svegliata dal fragore di un tuono, che ha lacerato il silenzio della notte, come se la natura volesse ricordare che è comandata da mano Divina e certi fenomeni metereologici l'uomo non può gestirli. I bagliori dei fulmini si alternano ai tuoni, accompagnati da forti scrosci di pioggia, come in una frenetica danza accompagnata da colpi ritmati su un tamburo, che precedono vibranti luminose scosse nell'aria. La morbida tenda che ricopre la mia porta finestra si illumina con i bagliori dei fulmini, trasferendo una luce irreale alla mia camera. Deve far molto freddo fuori, un velo di vapore acqueo ricopre i vetri della finestra, come volesse celare il furioso temporale che imperversa nella notte. Miss, la mia gattina, dorme vicino a me, si crogiola nel calore delle mie coperte: il temporale non l'ha svegliata, lei dorme profondamente! Indosso un caldo pigiama azzurro di morbida lana, che si fa cura del mio corpo riscaldandomi dolcemente, mi trasferisce anche quel calore che mi manca interiormente... Istintivamente rimando indietro una ciocca dei miei capelli che scivola giù sul mio viso, come volesse baciare la mia guancia, ma lei ritorna indietro, vuole sfiorarmi come fosse una carezza, un bacio. Ecco non ho più sonno! Metto le cuffie ed ascolto uno dei miei pezzi preferiti, uno di quelli che come dico io mi fanno "volare in alto!". Struggle For Pleasure di Wim Mertens sembra rispecchiare questa notte di pioggia, è un crescendo di note scandite da mirabili mani su una tastiera ove si alternano toni acuti e bassi che danno vita a suoni paragonabili allo scorrere di un torrente verso la valle, dove l'acqua si rincorre allegramente, con un rumore argentino; se socchiudi gli occhi, sembra proprio di vederlo. E' una musica che ti avvolge, ti trascina, le sue note sono come foglie e fiori che scivolano e si rincorrono sulla superficie dell'acqua: ecco come immagino questa musica. Sono giorni molto intensi, il lavoro mi assorbe quasi tutta la giornata. Francesco è partito, la temuta trasferta a New York è arrivata. In questo periodo siamo stati molto insieme, é stato bello passare con lui questi giorni che precedevano la partenza. Il mio bellissimo angelo dai capelli mori e da gli occhi grigi, che suscitano fascino e passione, non riusciva con il suo dolce sorriso a celare il velo di malinconia che lo avvolgeva. La sera prima della partenza ho voluto preparare io una cenetta solo per noi due. Ho fatto tutto per bene, una bella tovaglia candida con dei delicati ricami scivolava morbida sulla tavola, calici di cristallo,piatti classici, candele dentro a lumi di vetro finemente lavorati; ho completato la tavola con un piccolo bouchet di fiori freschi. Ho messo la nostra musica, volevo fosse tutto fatto per bene, volevo creare un'atmosfera romantica per il mio tesoro. Ho indossato per l'occasione un abito di pizzonero, un pò trasparente. Adoro il pizzo, lo sapete, e quest'abito mi veste davvero bene, scivola sul mio corpo come volesse accarezzarmi; dalle trasparenze del pizzo si intravedeva un pò il mio seno, che sembrava volesse emergere da sotto la tramatura dei fiori di merletto, poche gocce del mio profumo preferito, ho raccolto un pò i miei capelli con dei "pettini" arricchiti da piccolissimi strass, in modo da lasciare scoperto il mio decoltè. Insomma, ero una Gioia che voleva dare gioia al suo angelo, volevo essere bella solo per lui. Francesco al suo arrivo mi ha portato delle splendide rose, come fa lui: un fiore, una carezza e un bacio. Durante la cena le nostre discussioni si alternavano ai suoi complimenti per i piatti che avevo preparato, cercavamo di evitare di parlare della sua partenza, lo sapevo che non era contento di questo ed eludevamo un pò l'argomento. Mi guardava ammirato, la sua mano spesso stringeva la mia, sembrava volesse imprimere nei suoi occhi il mio viso ed io lo guardavo e capivo cosa stesse pensando. La musica ci accompagnava discretamente, abbbiamo cominciato a ballare, le note di Love Theme creavano ancora di più un'atmosfera romantica. Francesco mi baciava sul collo, sul seno, sulle labbra ed io lo ricambiavo. Il mio tesoro mi cominciava a spogliare, ma lo faceva piano piano, come a volerne godere ogni attimo, ed io spogliavo lui. Le mie mani lo accarezzavano, la mia bocca lo baciava sul viso, sugli occhi, le sue mani scivolavano sui miei fianchi, mi spogliava della mia lingerie; il suo viso fra i miei seni, come volesse coglierne il profumo, il calore, le mie mani sulle sue spalle e le sue labbra che scendevano giù sul mio ventre, sul mio pube. Lo accarezzavo sui capelli, io davanti a lui e lui in ginocchio davanti a me come fosse in preghiera, le sue labbra mi sfioravano, la sua lingua scivolava dolcemente sulle mie cosce e saliva piano piano, la sentivo... dentro di me, era una sensazione eccitante, bellissima. Le mie mani sul suo capo, fra i suoi capelli, mi chinavo appena per baciarlo sulla sua schiena forte, muscolosa, potevo sentire il suo profumo che riempiva delicatamente le mie narici. Ci abbandonammo sul tappeto, io su di lui, le mie mani su di lui, le mie labbra su di lui... la mia bocca lo cercava, lo baciavo appassionatamente sulla bocca e sul collo, le mie labbra scendevano giù, sempre più giù. Era lui che adesso passava le mani fra i miei capelli mentre la mia bocca coglieva tutta la sua eccitazione. Ci siamo amati, si amati, ho capito che non è stato solo sesso stavolta, mi sono abbandonata a lui totalmente dando tutta di me stessa e lui mi ha amata profondamente come volesse lasciare qualcosa di lui dentro di me. Siamo rimasti abbracciati poi tutta la notte, come piace a lui, mi stringeva a sè solo per sentire il calore del mio corpo, per sentirmi più sua, solo sua. Tesoro mio, ti sento ancora come fossi quì vicino, una sensazione che nessuno mai potrà togliermi. Un bacio sulle labbra angelo mio.

mercoledì 5 novembre 2008

Una favola per Stella

I giorni passavano,diventarono settimane mesi e Stella e il suo nuovo amore erano più uniti ed innamorati che mai. Ogni qualvolta mi capitava di vederla, lei sembrava ancora più bella, sul suo viso traspariva la felicità, i suoi occhi erano illuminati da una luce nuova, viveva questo amore come una favola. Un giorno per caso li vidi insieme,erano davvero belli, lei poggiava la sua testolina fulva sulla sua spalla, lui le cingeva la vita con il suo braccio ed andavano così passeggiando, erano nel loro mondo, sembrava che nulla gli importasse, che nulla li sfiorasse... erano solo loro due e il loro amore. Ma come in tutte le fiabe, anche in questa c'era una "strega cattiva"... si, perchè anche se il marito di Stella non si curava più di tanto delle uscite sempre più spesso ingiustificate della moglie, la suocera no! Lei si era accorta di qualcosa, cominciavano a sorgere dei sospetti in lei e la teneva d'occhio. Un pomeriggio venne a casa mia, com'era bella, radiosa, indossava un abito molto semplice di colore bleu, arricchito da pizzi sul corpino, una fascia di velluto in tinta tratteneva i suoi riccioli fulvi, sembrava una ragazzina che fremeva sapendo che stava di li a poco per incontrare il suo fidanzatino.Parlammo a lungo, io tenevo sulle mie gambe Eliana, che crescendo somigliava sempre di più alla madre, era diventata una splendida bambina, con un visino tondo e roseo, gli occhi erano due smeraldi, la boccuccia due petali di rosa che si schiudevano e chiamavano sempre "mamma, mammina". Mi chiamava "zia Ioia"ed io la stringevo a me e la ricoprivo di baci. Ormai cominciava a fare i primi passi ed i suoi piedini non stavano mai fermi, sembrava volessero scappare dalle deliziose scarpette a "bambola" che calzava, camminava un pò goffamente, con le manine ora sul petto ora con le braccia aperte, come fanno i bimbi che cominciano a fare i primi passi e cercano di tenersi in equilibrio, e girava nella mia camera cercando di prendere ora una bambola ora un altro gioco. La piccola naturalmente era ignara di cosa le succedesse intorno, di cosa la sua mamma stesse vivendo in quel periodo, il suo era solo un mondo di baci coccole e giochi. Stella mi confidava che il suo matrimonio ormai era in frantumi, il marito sembrava per lei un estraneo, che aveva notato, però, che la suocera delle volte, quando riceveva una telefonata da Marco, il suo amore, anche se faceva di tutto per non farsi scoprire,si sentiva spiata da lei. Parlava con foga, era preoccupata, spesso la suocera le faceva strane domande o le faceva esempi di donne che tradendo il marito poi le avevano tolto l'affidamento del figlio nella separazione per colpa .Il tutto la inquietava molto, mi diceva "voglio vivere la mia favola d'amore, lo sò che sono in peccato, ma ho scoperto cos'è l'amore e se amare è un peccato, allora io sono felice di essere una peccatrice!". Mentre parlava animosamente con me, le sue guance rosee si accendevano, come quelle di una bimba che arrossisce se viene rimproverata per una marachella,ma la sua non lo era... era ben altro! Ben presto,la strega cattiva della favola di Stella comprese tutto ed allora la sua vita cominciò a diventare un inferno, la ricattava, la minacciava che le avrebbe fatto togliere la custodia della bambina. Quante volte la vidi abbandonarsi ad un pianto straziante, era combattuta fra due amori, quello per la sua bambina e quello per il suo amore. Si trovava adesso ad un bivio, e sapeva che qualsiasi fosse stata la scelta serebbe stata per lei straziante. Ma la ragionevolezza si fece strada in lei, l'amore di mamma ebbe il sopravvento, non poteva rinunciare alla sua bambola dai capelli fulvi, troppo forte il legame. L'addio con Marco fu per lei indiscutibilmente doloroso, ma anche lui capì che non potevano andare avanti, nonostante il loro amore fosse così bello. Sono sicura che adesso, Stella, quando racconta alla sua bambina una fiaba, le racconterà di certo quella di una ragazza che dovette rinunciare al suo amore perchè una strega cattiva voleva portarle via la sua bambola di porcellana, dai capelli fulvi e dagli occhi del colore dei prati in primavera. E la stringerà al suo petto,come se ancora per un attimo stringesse a sè il suo grande dolce amore.

sabato 1 novembre 2008

Un cielo pieno di stelle - Prima parte

Oggi non si lavora, ho deciso di ripassare qualcosa, tra breve avrò l'esame orale ed è una materia piuttosto difficile. Miriam è uscita con Giulio, io sono rimasta a casa con la mia Miss, la mia dolce gattina, quella che mi porta come regalo un grillo al giorno... che carina!! Indosso un abito da mattina molto semplice, lana leggera di un bel colore azzurro, si modella sul mio corpo come un morbido guanto su una mano. Calzo comode e calde pantofoline rosa, ho raccolto i miei capelli con un nastro di velluto rosso che spicca vivacemente fra i miei capelli mori. Oggi la mia cameretta non è un" campo da guerra" come direbbe mia madre, ho rimesso un pò in ordine in previsione del fatto che avrei dovuto dedicarmi allo studio di questa materia un pò ostica. Mi accomodo sulla mia poltroncina, una vecchia poltrona rimodernata con gusto con una tapezzeria di un bel colore rosa antico, adornata da alcuni deliziosi mazzolini di fiori che la rendono allegra ed invitante allo sguardo, e che io devo sempre dividere con la mia Miss che non la vuole mai mollare! Mi abbandono su di essa, le mie braccia comodamente stese sui morbidi braccioli, il mio libro sulle gambe... ok, iniziamo a studiare, basta perdere tempo! Sfogliando il libro ecco che scivola una foto sul tappeto, la raccolgo distrattamente, poi la osservo con più attenzione... è una foto in compagnia delle mie amiche universitarie, tra loro ce n'è una che a cui ero affezionata tanto: Stella. E' una cara ragazza, mia coetanea, ricordo ancora molto bene il suo aspetto: alta, sottile, bella, una cascata di riccioli fulvi con un visino delicato dove si distinguevano chiare alcune efelidi che le donavano tanto e due occhi vivaci color dei prati in primavera. Stella, come desidererei riabbracciarla. Ricordo che si sposò giovanissima, si era invaghita di un giovane suo coetaneo e un giorno si accorse di aspettare un bambino: da noi, in Sicilia, è tacito che se ciò avviene le nozze sono inevitabili... e così fu per lei. Convolò a nozze, in una fredda mattinata di Dicembre: apparentemente un bel matrimonio, ma io sapevo che era solo coreografia, tutta una montatura per dare un cognome al bambino che sarebbe nato di lì a breve. Conoscevo le sue incertezze ed i suoi dubbi, ma lei dovette cedere per il bene del suo futuro figlio. Indossava, quel giorno, un abito semplice ma molto elegante, un pò vaporoso per nascondere la maternità, il colore fulvo dei suoi riccioli risaltava sul candore del vestito, a malapena il candido velo corto riusciva a coprire il colore acceso dei suoi capelli che scendevano a cascata sulle sue spalle. Lui un bel giovane, con la faccia da ragazzaccio immaturo, con una bella bocca dalla quale spiccavano dei bei denti bianchi, occhi scuri come i capelli ed un sorriso allegro da bambino che non si rendeva forse neanche conto del passo importante che stava per compiere. Stella ebbe una bella bambina di li a poco, una bambola dai capelli rossi e dagli occhi verdi come lei. Il suo matrimonio non andava bene e lo si capiva, troppe volte si abbandonava ad un pianto a dirotto attribuendolo alla maternità che procedeva un pò difficoltosamente; ma dietro quel pianto, io lo sapevo, si nascondeva la sua incertezza e le incomprensioni con il marito che Stella spesso mi confidava. Un giorno mi venne a fare visita con la sua splendida bambina, Eliana. Bella come il sole al tramonto, di cui i suoi capelli sembravano prendere i colori caldi e i toni di fuoco, con un viso che pareva di porcellana, le sue manine sembravano morbidi cuscinetti rosati e la sua pelle profumava del classico odore dei neonati, quel leggero profumo che emana una pelle delicata e ben detersa di bimbo. Stella quel giorno era fremente, era da tanto che non la vedevo così, i suoi occhi sembravano riflettere la sua euforia, brillavano di luce viva e pareva avesse due smeraldi lucenti che si stagliavano nel suo roseo viso, i suoi riccioli fulvi che le scendevano lungo il viso le davano un'immagine come fosse una preziosa bambola antica. Mi confidò che si era innamorata! Io non mi stupii più di tanto, era inevitabile, Stella non era mai stata convinta del passo che le era stato imposto e il suo matrimonio stava naufragando. Mi parlava del suo nuovo amore, era raggiante, mi raccontava delle interminabili telefonate dove si promettevano amore e sogni; si, sogni, perchè anche lui era sposato! Non tentai nemmeno più di tanto di dissuaderla, Stella parlava del suo nuovo amore con un'enfasi tale che sembrava fosse sospesa tra cielo e terra. La sua dolce bambina, ogni tanto, dalle mie braccia, le tendeva le manine; ma lei era come se fosse in un altro luogo, il suo corpo era con noi ma la sua mente e il suo cuore erano vicini al suo amore. Era decisa, sembrava come se si fosse rivestita di una forza che solo l'amore può dare, quella forza che io ben conosco, che ti fa combattere contro tutti, che ti fa "scalare le montagne" per raggiungere un solo obiettivo... la felicità! Come era bello ascoltarla, parlava di lui come fosse l'unico uomo al mondo, lo descriveva bello, alto, mi diceva anche di un simpatico codino con cui raccoglieva i suoi capelli castani un pò lunghi e che lei si divertiva a sciogliere ogni volta che le era vicina. Mi parlava dei suoi occhi che brillavano di luce, di quella luce di cui solo uno sguardo innamorato si illumina; mi diceva delle parole romantiche che lui le sussurrava, parole che la facevano sognare e che lei aveva dimenticato sentirsi dire. Le diceva "Tu sei la mia Stella ed io il tuo cielo, e nel cielo pieno di stelle tu, amore, sei la più splendente".

mercoledì 29 ottobre 2008

Un amore a due mani

Oggi brutta giornata, piovosa e freddina, ma d'altronde siamo in autunno, non posso ancora pretendere delle belle giornate di sole! Sollevo la persiana della mia porta finestra, la fievole luce entra a malapena nella mia camera, osservo la mia camera: che disordine! Calze sulla poltrona, vasetti di crema aperti, scatole di cipria e bottiglie di profumo riempiono il piano di vetro della mia tolettina, la mia vestaglia da camera scende languidamente giù dal capezzale del mio letto, lambendo il pavimento: sembra voglia unirsi alla mia camicina da notte che giace afflosciata sul tappeto. Cerco di ignorare il tutto, non ho voglia di rimettere in ordine, mi pianto davanti allo specchio della mia tolettina da trucco e mi osservo: lunghi capelli mori, mossi come se il vento si divertisse a soffiarci dentro, occhi grigi che sembrano rubare la poca luce della mia camera per risplendere ancor di più, labbra color delle ciliege e la pelle rosea dell'ovale del mio viso emerge delicatamente dalla cornice della folta chioma dei miei lunghi capelli, trattenuti appena da un nastro di raso azzurro. Le mie dita della mano accarezzano piano una guancia del mio viso e scivolano sul capo, giù fra i miei morbidi capelli, socchiudo gli occhi come a voler godere del piacevole gesto ma la mia mente corre indietro nel passato,un passato che è ancora vivo in me, quando c'era chi mi chiamava "Perla nera" o "mia nuvola mora"ed io ne gioivo... e non capivo ancora che in quelle parole c'era tutta la possessività di chi me le sussurrava. Ero cieca, sorda, non volevo rendermi conto o forse credevo fosse una cosa normale, che la sua gelosia, la sua possessività poi si sarebbe affievolita con il passare del tempo, ed era solo una momentanea reazione o non sò che. Certo è che quest'uomo, che io amavo, è riuscito a stravolgere la mia vita... ma non in bene! Tutto quel suo amore verso di me, quasi morboso, lo ha reso disdicevole, delle volte violento, aggressivo come un predatore a cui si cerca incautamente di sottrarre la preda. Raccolgo il mio viso fra le mani, adesso riesco a piangere; prima non riuscivo, ero come un automa, mi aveva reso schiava di me stessa. Infieriva su di me con una violenza sia fisica che psicologica, ero come una schiava d'amore per lui; io invece mi sentivo come fossi una morta, tenuta in vita dall'egoismo dell'uomo che io davvero ho amato e che mai potevo pensare che arrivasse a tanto. Mi risuonano ancora le sue parole alle volte: "Sei la mia perla, piuttosto di perderti ti ingoio, così sarai dentro di me per sempre e mai di nessun altro". Un brivido percorre la mia schiena, ma non è il freddo, è solo il ricordo di queste parole di cui prima non afferravo la sottigliezza della perfidia nel significato, ma poi ho capito in seguito, sulla mia pelle, cosa intendeva dirmi! Il fuggire dalla mia città, allontanarmi fisicamente dalla mia famiglia, il dover stare lontano sopratutto da mio padre, che io adoro, che ha saputo capirmi e favorirmi nella mia scelta di vita, sembra sia servita poco, il mio ex fidanzato sembra non rassegnarsi: continua a cercare di dissuadermi per ritornare indietro nei miei passi... passi che mi porterebbero di nuovo dentro quella gabbia che lui aveva accuratamente costruito attorno a me. La pioggia continua a cadere, i vetri della mia finestra si ricoprono di gocce che riflettono la poca luce del giorno, sembrano cristalli con mille sfaccettature colorate che scendono giù lentamente per unirsi ad un rivolo d'acqua sul davanzale, così come le mie lacrime che scendono giù dalle mie guance e si adagiano sul palmo della mia mano. Vorrei poter vivere un amore a "due mani"! Vorrei che la mia mano restasse per sempre nella mano di chi amo e di chi mi ama, vorrei non dover aver paura che tutto debba svanire, paura di ritornare ad essere una "schiava d' amore". Una sensazione di freddo interiore mi pervade improvvisamente, sento forte il desiderio di mani che sfiorino il mio corpo, che mi accarrezzino e che mi infondano calore e amore. Ma quali saranno le mani giuste? Quelle che accarezzandomi mi fanno ardere di passione, o il tocco delle mani di un angelo che mi rasserena e vuole solo la mia felicità? Chi stringerà la mia mano nella sua e mi accompagnerà per tutta la vita?

venerdì 24 ottobre 2008

Una sirena con le ali di un angelo

Oggi grandi pulizie! Una decisione che meditavo da tempo... l'inferno paragonato alla mia camera è una suite di un grande albergo a cinque stelle! Mi sono acconciata come una vera colf, compresa di grembiulino con disegnini colorati, capelli raccolti sul capo, fascia per trattenere le ciocche ribelli, jeans elasticizzati (un tocco di vanità ci vuole!!), camicia leggera per muovermi meglio ed ecco... la "schiava Isaura"!! Via, diamo inizio ai lavori forzati! Metto un pò di musica adatta alla giornata frenetica che mi aspetta, non sarà facile riordinare tutto.Serro i denti, mi verrebbe di urlare, già sono in crisi ancora prima di iniziare! Miss, la mia gattina, mi guarda appena con sufficenza, tanto lei è ben sdraiata nella sua cesta su morbidi cuscini, è solo una spettatrice, comodamente rilassata.Sam Sparro con la sua bella "Black and gold" mi aiuta a non pensare a tutto ciò.Riordino tutto per bene, rimetto tutto al suo posto, sistemo per bene i miei vestiti nell'armadio, ripiego i miei golfini e li rimetto nei cassetti del comò... ecco dov'era finito il mio top di pizzo rosso scuro! Quello che ho indossato l'altra sera quando sono uscita con gli amici e con Francesco, il mio dolce angelo. Istintivamente lo porto con le mani al mio viso, posso ancora sentire il suo profumo, quello che emana la sua pelle ben detersa, profumo di un delicato dopobarba, mi sembra di averlo quì vicino a me. Il mio tesoro lo sento preoccupato in questo periodo, lui non mi dice niente, ma io avverto questa sensazione. Ieri abbiamo trascorso un pò di tempo insieme, una bella passegiata sul Corso principale della città, io e lui, mano nella mano. Era bello stare insieme, camminare tra la gente. Con lui accanto a me stavolta non ho avuto la sensazione di sentirmi "sola in mezzo alla folla"; ogni tanto mi cingeva le spalle con il suo braccio e mi avvicinava di più a se, mi faceva sentire protetta, forte, serena. Lo guardavo il mio Francesco, come è bello, i suoi occhi brillano di luce, le sue labbra son labbra da baciare; lui è bello anche di spirito, di animo,di cuore. Ci siamo accomodati al tavolo del nostro solito bar, tra altre coppie che, come noi, discutevano sorseggiando il loro caffè o un aperitivo. Francesco mi teneva la mano nella sua, mi piaceva il calore del contatto fra le nostre mani, ma mi accorgevo che era un pò teso. "Dimmi", ho detto, "parlamene se vuoi, non preoccuparti di riversare in me una parte delle tue ansie, io sono quì per ascoltarti e starti vicino, come posso". Le sue dolci labbra hanno accennato ad un sorriso, mi ha accarezzato i capelli come di solito fa e ha iniziato ad aprirsi e parlare un pò. Mi ha accennato alle sue preoccupazioni lavorative, ad un probabile viaggio per conto della sua banca in America, dove vige una grave crisi economica, al fatto che lui non vorrebbe allontanarsi da me, che sta male al solo pensiero. "Mio tesoro", mi ha detto,"tu sei per me come la mano di un angelo che emerge dalle acque durante una tempesta e si tende verso di me per salvarmi e non farmi travolgere dai flutti del mare. Sei per me una dolce carezza, vorrei stare abbracciato a te per delle ore in un caldo abbraccio d'amore, anche senza dire una parola, solo per sentirti vicina a me, per sentire il bene che ci unisce". Io allora, che lo ascoltavo in silenzio, guardandolo dolcemente mentre si apriva a me, mi sono rivolta a lui dicendo:"si, tesoro mio, vorrei poter essere una sirena con le ali di un angelo, per tendere la mia mano verso la tua, per salvarti dalla tempesta. Emergerei dai flutti del mare in burrasca e volerei con te fra le mie braccia, portandoti su una spiaggia, là dove le onde non possono più travolgerti. Poi, lo sai, ritornerei lì, fra le mie onde, mi farei avvolgere da loro ritornando negli abissi marini felice di averti salvato.Mi ha stretta a se, dandomi un appasionato bacio sulle labbra, noncurante delle persone che ci stavano vicino: era un bacio che racchiudeva tutto il suo amore .

domenica 19 ottobre 2008

Una maschera sugli occhi

Rieccomi, raffreddata come non mai! Non perdo occasione per prendere i primi mali di stagione, sembra che faccia una gara con il tempo, ci tengo ad essere fra le prime a prendermi un bel raffreddore!! Mi passerà, nulla può fermarmi, ignoro il mio naso chiuso, i miei colpetti di tosse... ma gli starnuti no! Quelli non li sopporto!! Ti scuotono tutta, arrivano facendosi annunziare da un piccolo fastidiosissimo prurito al naso; tu lo sai che sta per arrivare ma non puoi far nulla, "acciùù" il primo, il secondo... insomma una piccola tortura cinese! Pazienza, cercherò di sforzarmi per stare meglio in breve tempo... poi sapete c'è l'influenza, e chi se la perde!! Fuori splende un magnifico sole, poichè sapeva che sarei rimasta a casa ,risplende in tutta la sua magnificenza. L'altro ieri mi ha fatto lo scherzo di nascondersi dietro grossi nuvoloni neri, ed ecco un bel temporale, che mi ha trovata sprovvista di ombrello... e ho fatto una bella doccia fredda, senza bagnoschiuma! Ieri sera siamo usciti con gli amici, si è unito a noi anche Roberto, il mio collega. Glielo avevo promesso, ancora non ha molte amicizie ed allora gli ho chiesto di uscire con noi... basta che non si prenda l'abitudine!! Lo sò cosa penserete,"sò tremenda!". Sapeste come delle volte mi sembra strano dire "esco con i miei amici"... si molto strano, io che amici miei non potevo averne: il mio ex fidanzato non me lo permetteva, ero una sua proprietà e come tale dovevo rispettare le sue "leggi". Mah, lasciamo perdere, poi la malinconia e la rabbia prenderebbero il sopravvento e non voglio. Allora vi stavo raccontando di ieri sera, Miriam ed io, dopo al solito grandi riflessioni davanti a gli armadi e prove varie di alcuni capi d' abbigliamento, abbiam trovato un accordo su cosa indossare per la serata. Miriam ha deciso per un bel vestito bianco con una leggera applicazione di fili d argento sulla scollatura, molto semplice e carino, le donava molto,risaltava il suo bel fisico alla Barbie, sopra un morbido giubotto di pelle chiaro che la completava benissimo. Sembrava davvero una bambolina! Io, invece, ho scelto per me un pantalone nero, aderente al "punto giusto", con un top di pizzo rossoscuro, maliziosamente trasparente, giubotto di morbida pelle in tinta, un bel trucco per far risaltare ancor di più i miei occhi chiari, capelli appena raccolti.... ed ecco una Gioia da "urlo", una bomba sexi! Come sono modesta! Siamo stati in un bel locale fuori porta, dove si potevano gustare ottimi piatti caratteristici del luogo ed anche ballare nella sala accanto. Nella sala da pranzo raffinate tovaglie di colore rosa antico scendevano morbidamente sui tavoli, addobbati con graziosi mazzolini di fiori. I commensali chiaccheravano discretamente e dall'altra sala arrivava una piacevole musica. In fondo alla sala vi era anche un camino acceso, per me una novità vederlo acceso in questo periodo, guardavo ammirata i ceppi che si consumavano piano nel caldo crepitio del fuoco. Francesco, il mio dolce tesoro, indossava uno splendido completo sportivo ma molto elegante, che risaltava il suo magnifico fisico atletico. Roberto, il mio collega, invece, un bell'abito in "fresco lana" senza la camicia, ma con un morbido golf chiaro a collo alto. Durante la cena li osservavo, sono due tipi diversi Francesco e Roberto, l'uno moro con occhi grigi, l'altro biondo scuro con occhi verdi,azz ...ci sarebbe l'imbarazzo della scelta! Roberto sembrava trovarsi bene con i nuovi amici, dialogava disinvoltamente un pò con tutti e non lesinava battute allegre che riscuotevano delle sonore risate da parte di tutti noi. Francesco, notavo, lo scrutava discretamente, come volesse studiarlo, capire che tipo fosse, mi sembrava fosse un pò geloso di Roberto... non si sbilanciava troppo nelle sue battute allegre e si limitava a tirate risatine. Francesco durante la serata spesso mi stringeva la mano o la portava alle sue labbra, baciandola dolcemente; Roberto non mancava di osservare la scena e guardandomi con quei suoi occhi stupendi mi sorrideva, si, ma il suo era un sorriso che non mi sembrava affatto di consenso, ma piuttosto di dissenso! La nostra serata è poi continuata nella sala da ballo accanto.Ci siamo divertiti ballando alcuni balli latino americani, Francesco mi accompagnava benissimo nel ritmo sfrenato della musica che io amo ballare. Alcuni balli lenti mi hanno visto rilassare tra le braccia di Francesco, mi piaceva come mi stringeva a lui, potevo percepire il suo profumo, il calore del suo corpo, mi baciava sulle labbra e mi avvicinava un pò più a lui, come volesse sentirmi solo sua. Piano piano riscopro in Francesco certi lati del suo carattere che ancora non conoscevo. Lui non ama la competività, non la teme, vive i suoi stati d'animo ed è sicuro di sè. Francesco lo sà che lui ancora non è "mio", ma gode delle bellissime emozioni che viviamo insieme, non mi chiede nulla di più. Avvicino al mio seno la rosa che mi ha donato, la porto alle mie labbra sfiorandola con un bacio e penso a te tesoro mio, che vuoi solo la mia serenità per farne la tua felicità. Mi ostino a tenere una maschera sui miei occhi. Grazie di esistere, un bacio sulle tue labbra, mio dolce Francesco.

lunedì 13 ottobre 2008

Le dolci note del piano...

Mi son svegliata con le prime luci dell'alba, conservo ancora le emozioni del giorno trascorso e non vedevo l'ora di trascriverle nel mio pc. Fievoli raggi di luce filtrano attraverso la tenda, a malapena riescono ad illuminare la mia camera; non fa molto freddo, anche se un morbido pigiama di lana leggera ricopre il mio corpo, che sembra adagiarsi comodamente su di esso come a goderne solo lui nell'infondere calore sulla mia pelle, come mani che ti accarezzano dolcemente, che ti sfiorano, provocandoti una delicata senzazione di piacere. Passo la mano fra i miei folti capelli che scivolano sul mio viso per rimandarli indietro sul mio capo, conservano ancora un delicato profumo, sono morbidi, sembrano scivolare come la seta sotto le mie dita. Miss, la mia dolce gattina, dorme serenamente, ogni tanto si muove per cercare una posizione più comoda ai miei piedi. E chi si muove! La signorina si sveglierebbe, chiedendo per lei tutte le attenzioni!Ascolto, attraverso le mie cuffie, Capriccio arabo di Andres Segovia, un famoso chitarrista spagnolo che con gran maestria riusciva a carezzare le corde delle sua chitarra, come se accarezzasse il corpo della sua amata, facendolo vibrare di piacere e dando origine ad una dolce melodia d'amore. Francesco, il mio dolce angelo, come mi piace chiamarlo, è rientrato da Roma. Sapevo del suo rientro e gli avevo promesso che sarei andata a prenderlo all'aereoporto. Non vedevo l'ora che rientrasse, mi mancava, avvertivo sempre di più la sua mancanza... insomma, basta romanticherie! Ho indossato i miei jeans, un morbido golfino di lana colore rosa pastello, ho lasciato scivolare i miei capelli sulle mie spalle, poche gocce di profumo... ed eccomi, pronta ad aspettarlo. Francesco mi ha scorta subito fra la gente in attesa dei cari, mi è venuto incontro e mi ha abbracciata come fosse che non ci vedavamo da chissà quanto tempo e baciandomi sulle labbra mi ha sussurrato "ti amo, amore mio". Indossava un bel giubotto di pelle non pesante su jeans scuri e camicia chiara, mi è sembrato ancora più bello, non sò perchè... mi cingeva le spalle con il suo braccio ed ogni tanto mi stringeva a sè dolcemente. Io lo guardavo e sembrava che i suoi occhi brillassero di gioia. Siamo andati direttamente a casa sua, durante il tragitto mi ha raccontato della trasferta presso la sede centrale della sua banca e dei nuovi colleghi e poi mi ha chiesto cosa avessi fatto in sua assenza; io lo osservavo mentre guidava, è davvero bello " il mio angelo", parla con scioltezza e naturalezza, sembra sicuro di sè stesso, mi infonde quella sicurezza di cui io vado alla ricerca. Appena arrivati a casa, mi sono offerta per aiutarlo a disfare le valige... e poi parlano di noi donne!! "Ma quante cose ti sei portato" gli ho detto, neanche fosse dovuto mancare chissà per quanto tempo. Dovevo pur dirglielo! Un bel sole caldo fitrava attraverso le finestre, riempiendo la sala di luce; forse perchè eravamo in piena attività per rimettere a posto il tutto, ci faceva sentire caldo: allora ho indossato una sua camicia leggera, mi stava un pò grande ma andava bene lo stesso, mi teneva fresca. Francesco mi disse che sentiva il bisogno di fare una doccia. In attesa che finisse di rinfrescarsi, ho messo un pò di musica... la mia naturalmente! African Melody, del mio pianista preferito, Ludovico Einaudi. Mi sentii chiamare da Francesco, pensai che avesse dimenticato l'accappatoio. Nella sala da bagno il vapore dell'acqua si mischiava al profumo del bagnoschiuma, mi avvicinai per porgergli il suo accappatoio,ma... Francesco mi attirò a se sotto la doccia! Sul momento rimasi sbigottita, l'acqua bagnava i miei vestiti, la camicia si avvinghiava sul mio petto lasciando trasparire i miei seni; Francesco allora cominciò a baciarmi sul collo e sul viso. L'acqua scivolava su di noi come mani che ti accarezzano dolcemente, lui mi spogliava dei miei capi bagnati, non smetteva di baciarmi; la mia bocca sul suo corpo lo baciava sul viso, sulle labbra, sul petto e le mie labbra scendevano sempre più giù... l'acqua non riusciva a raffreddare la calda passione che ci coinvelgeva in quei minuti. Le sue mani mi cercavano... la sua bocca baciava i miei seni, mordeva dolcemente i miei capezzoli, l'acqua era complice di questo bellissimo amplesso d'amore. Il suo letto ci vide ancora amarci con sfrenata passione, era bello sentire su di me il suo corpo ancora umido, profumato, le dolci note del piano di Einaudi ci accompagnavano, pareva ci sfiorassero come se volessero essere partecipi a tanta passione e goderne anche loro, sembrava che non ci saziassimo uno dell'altro, era bello sentirsi amati, la mia bocca non smetteva di ... cercarlo, di baciarlo, le mie mani di accarezzarlo. Io su di lui potevo coglierne la vibrante sensazione di piacere, le sue mani sui miei fianchi mi aiutavano goderne sempre di più. I nostri gemiti si fusero poi con un sol grido di piacere... avevamo raggiunto l'estasi. Suggellammo con un ultimo bacio questo meraviglioso... ritrovarci. Un bacio a te Francesco, mio dolce angelo.

mercoledì 8 ottobre 2008

Un amore "online"

Ascolto Ludovico Einaudi, magiche note si concretizzano dalle sue mani sulla tastiera di un pianoforte. L'ascolto ed è come se mi sentissi vicina a lui, seduta al suo fianco, incantata dal magnifico tocco delle sue dita che danno vita a tanta bellezza di magici suoni. E' notte fonda, Miriam, la mia dolce amica, dorme da un pezzo e Miss, la mia gattina, dorme vicino a me arrotolata come fosse un gomitolo di lana. Ho le mie cuffie, non voglio svegliare nessuno ed io mi godo in pace la mia musica. Da poco ho sentito L., il mio amore, abbiamo scherzato un pò. Gli ho detto che il nostro sembra un amore "online", scherzavo ma dentro di me ne soffro. Sapeste che bella la sua voce, è calda, suadente, starei ore ad ascoltarlo, ecco... il solito nodo alla gola, non riesco ad abituarmi a questa lontananza e pesa anche a lui ed anche se mi dice:"Vorrei poterti amare nel modo più estremo che ci sia,per sentirti mia,solamente mia,vorrei poter sfiorare con le mie labbra il tuo corpo,e ad ogni bacio gioire perchè tu esisti amore mio." sempre dolci parole queste ma.. non riescono a colmare il vuoto che ho di dentro. Accarezzo istintivamente le mie braccia, come fosse lui a farlo, ma sono solo le mie mani a sfiorarmi, non le sue calde e forti mani. Quelle che mi fanno sentire viva, che mi fanno sognare. Che malinconia! Un bacio amore mio, vita mia. Adesso sembra più fredda questa camera, scivolo di più sotto le mie coperte, saranno loro a riscaldarmi!! Oggi in ufficio una piacevole sorpresa, ho trovato una rosa sulla mia scrivania. Me l'ha fatta trovare Roberto, il mio nuovo collega, quello che mi chiama "malinconico autunno"; è un bravo ragazzo, gliene faccio di tutti i colori... e delle volte osa pure controribattermi! Io lo riprendo molto "garbatamente" e lui mi guarda, con quei suoi occhi verdi stupendi, e poi mi sorride... Mah! Come fa a sopportarmi non lo sò. Gli ho promesso che una di queste sere usciremo con gli amici della comitiva, così almeno mi farò perdonare. Le dolci note del piano suonate da Einaudi continuano a farmi compagnia, socchiudo gli occhi per un momento, mi lascio trasportare lontana, vicino al mio amore L. Vorrei essere lì con lui adesso, solo per stargli vicino, per accarezzarlo, poggiare il mio viso sul suo petto ed addormentarmi accanto a lui fra le sue braccia, facendomi cullare da questa dolce melodia. Quanto mi manchi amore mio, vita mia.

venerdì 3 ottobre 2008

Caldi colori d'Autunno

Rieccomi, ieri giornata davvero pesante, ho fatto anche esami: tutto ok, ho passato lo scritto e adesso mi preparerò per l'orale. Mi sono svegliata molto presto, ma ormai è diventata una mia consuetudine, mi prendo il mio spazio con il pc e riverso dentro di esso tutto quello che non riesco o non posso a dire ad altri. Modo un pò strano forse per esternarmi, però mi aiuta a farmi stare meglio. Ieri giornata un pò uggiosa, freddina al solito, ma senza pioggia, che però al ritorno dagli esami mi ha concesso di fare una passeggiata sul corso principale della città. Era bello stare fra la gente, mi faceva sentire meno sola, e ciò mi confortava. Avevo bisogno di sentire il vociare sommesso della gente, ammiravo le vetrine, anche se però avevo la sensazione di essere "sola in mezzo alla folla"... pazienza! Gli alberi del corso cominciano a vestirsi dei colori dell'autunno, i caldi colori che solo la natura può dare,e solo essa può dipingere così straordinariamente le foglie degli stessi con toni variopinti che difficilmente un pittore può riprodurre.Mi piacerebbe sdraiarmi su un letto di foglie, sotto gli alberi di in un bosco, ed aspettare che altre foglie cadano sul mio corpo per potermi vestire con i caldi colori d'autunno. Penso che adesso, anche nella mia bella Sicilia, il verde del fogliame stia dando spazio alle tonalità calde della stagione, prima dell'arrivo del freddo inverno che spoglierà gli alberi che si erano rivestiti di tinte brillanti subito prima di addormentarsi per il lungo sonno invervale. Si risveglieranno a Primavera, i mandorli, i ciliegi sbocceranno in un tripudio di fiori, i campi sembreranno ricoperti da un prezioso candido merletto delicatamente profumato, la terra così adornata sembrerà andare in sposa alla nuova stagione primaverile, ed al posto delle note dell'organo sarà accompagnata dal festoso cinguettio degli uccellini, che si affannano nel loro andirivieni a portare il cibo ai nuovi nati nei loro nidi. Ecco,un pò di nostalgia... sono "figlia dell'Etna" e mi manca tanto la mia terra. Un bacio alla Mia Sicilia. Mi rannicchio di più fra le coperte, mi piace il calore mi mi procurano, sembra un caldo abbraccio, quello che vorrei in questo momento, per farmi sentire meno sola. Francesco da qualche giorno è in trasferta a Roma, lo hanno mandato alla sede centrale della sua banca. Ma quanto mi manca!! Ecco, forse ci voleva questo improvviso allontanamento per farmi capire molte cose. Mi mancano le sue carezze, i suoi sguardi discreti, le sue battute allegre, il suo dolce sorriso, come quello di un bimbo a cui accarezzi il viso, e che poi baci dolcemente; ecco, adesso vorrei baciarlo, accarezzarlo e tenerlo fra le mie braccia. La mia aquila, che volteggia leggera,imperiosa nell'aria e che vuole salire sempre più in alto per rifugiarsi dalla realtà. Lo sò il mio non si può chiamare amore, ma è forse qualcosa di più che mi unisce a lui, non sò ben spiegare cos'è, ma sò che mi manca tutto di lui adesso che è lontano da me. Riconosco che non si può attendere per l'eternità, che non basta un legame che assomigli all'amore per legare due persone, e forse un giorno non vedrò tornare la mia aquila al suo nido, cercherà altrove chi le terrà compagnia per tutta la vita.Un bacio sulle labbra Francesco, continua a volare sempre più in alto.

lunedì 29 settembre 2008

Un'aquila ed un cavallo bianco...

Non riesco a prendere sonno, scrivere un pò, forse, servirà a rilassarmi. Fuori c'è molto vento, le ombre degli alberi si riflettono sulle tende della mia finestra, sulla parete della mia camera, sembrano braccia e corpi che si muovono in una frenetica danza accompagnate dal sibilo del vento. Mi sono girata e rigirata nel mio letto tutto il tempo, la mia camicia da notte sembrava volesse stringersi ancora di più al mio corpo, e nulla è valso al fatto che io la tirassi e la rimettessi a posto: lei si avvinghiava sempre di più, come una morsa, addosso a me; non un abbraccio caldo stavolta, bensì una stretta opprimente che rifletteva forse il mio stato d'animo ansioso, agitato. I miei folti capelli non mi carezzavano il viso, ma sembravano volessero schiaffeggiarlo,come per punirmi. Così eccomi quà, con il mio pc: forse riuscendo ad esternare ciò che sento dentro poi mi potrò addormentare. Oggi una bella giornata di sole, un pò freddina ma tutto sommato gradevole, avevamo deciso la sera precedente di fare una gita, con gli amici, per passare un pò in compagnia la domenica. Le solite pratiche mattutine: doccia, colazione, chiaccherata con Miriam; programmavamo il da farsi per la giornata, lei come sempre era più indecisa di me sull'abbigliamento. La mia Miss, la gattina, sembrava capire che sarebbe rimasta da sola e richiedeva maggiori attenzioni, come dire "voi andate ed io resto sola a casa ...e allora coccolatemi di più!!" ... e me la ritrovavo tra le gambe e rischiavo pure di cadere! Pazienza... lei è un pò la mia ombra ed è giusto che non ami restare da sola. Dopo vari ripensamenti su cosa indossare, finalmente, dato anche che eravamo in ritardo, ho deciso di indossare jeans chiari elasticizzati, molto belli, che aderivano bene alle mie gambe e lasciavano trasparire un bel rotondo ... fondoschiena da sexi girl!! Come sempre sorrido, ,mentre mi descrivo peccando di vanità. Poi un grazioso e caldo golfino color azzurro cielo, che non si preoccupava affatto di mettere in mostra i miei seni, che trasparivano da sotto la maglia maliziosamente e che sembravano dire: "siamo belli,perchè ci copri??". Mah, anche loro vogliono la loro parte di vanità! Scarpe comode, trucco ,al mio solito leggero, ma con ombretto appena sul verde che metteva ben in luce il colore dei miei occhi chiari, capelli sciolti sulle spalle, ed ecco a voi... una Gioia mozzafiato! Azz... come sempre son modesta nel giudicarmi! Gli amici ci aspettavano sotto casa, Il mio Francesco mi ha stretto dolcemente a se, mi ha salutata con un tenero bacio sulle labbra, sussurrandomi un timido "ti amo, sei la mia stella". Indossava un jeans scuro ed un morbido maglione color crema che faceva trasparire le sue forti spalle ed il suo magnifico torace. Meta prevista per la gita, un'antica e ridente cittadina non molto lontano dalla grande città. La passeggiata lungo il corso principale del luogo era allietata ogni tanto dalle nostre argentine risate, scaturite a volte da incomprensibili barzellette, altre volte da critiche ai colleghi di lavoro. Arriviamo ad un certo punto del cammino ad un'antica e bellissima fontana in piazza, meta di tanta gente che suole sedersi sugli scalini attorno ad essa. Una magnifica statua di Nettuno troneggiava nel centro della vasca, la quale veniva bagnata da allegri spruzzi d'acqua, che scivolavano poi giù nella vasca rendendo lucente il Dio dei mari, che sembrava emergere dalle acque imperioso con il suo tridente in mano. Ed anche noi, un pò stanchi per la lunga passeggiata, cercammo posto fra gli scalini ai piedi della fontana. Si scherzava, si parlava e così cominciammo un gioco, quello di rivelare cosa avremmo voluto essere se fossimo stati degli animali. Chi diceva che voleva essere un leone, il re della foresta, chi come Miriam una giraffa; beh, naturalmente ... lei sogna di guardare dall'alto in basso! Poi venne il mio turno: espressi il mio desiderio di essere un cavallo bianco, per correre libero nelle verdi praterie con la mia folta criniera al vento; Francesco invece disse che avrebbe desiderato essere un'aquila. Mentre parlava sembrava che un velo di malinconia velasse il suo bel viso, diceva " vorrei essere come lei: istintiva,libera, reale in tutto quello che fa, anche per poco, per provare quell'emozione... pero' dopo l'emozione del volo ripiomberei dolorosamente, come un'aquila in picchiata, nel mio mondo umano e nella mia realtà". Le sue parole erano per me come un messaggio che io avevo percepito, ed allora subito gli risposi: "ma se tu desideri essere un'aquila, ed io invece un cavallo bianco, come potremmo mai incontrarci, come potrei mai io salire fin lassù sul tuo nido, e tu come potresti mai essermi vicino se la mia vita è in una prateria dove le aquile non possono vivere??". Francesco a quel punto mi ha strinse a sè in un caldo abbraccio, ma nei suoi occhi c'era un velo di tristezza. Avevo capito cosa intendeva dirmi il mio dolce angelo, quello che vuole solo la mia serenità la mia felicità, attraverso le sue parole ha fatto trasparire un pò della sua malinconia, ed io mi sento in colpa verso di lui. Francesco, mio dolce caro angelo, tu meriti dalla vita tanto ma tanto amore per quello che sei, per l'uomo unico che sei; vorrei poter mettere le ali a quel cavallo bianco, per raggiungerti lassù nel tuo nido e stringerti a me in un tenero abbraccio. Un bacio sulle labbra a te, Francesco.

venerdì 26 settembre 2008

Il vento fra i capelli

Buongiorno giorno! Brrr, che freddo stamattina, forse è ancora molto presto... ma vi assicuro che fa freddo! Non mi sono ancora alzata, mi piace il calore della mia coperta e Miss, la mia gattina,mi fa da scaldapiedi, è letteralmente coricata sui miei piedi e dorme beatamente, sembra... perchè con un occhio mezzo aperto è come se mi dicesse " lasciami dormire, io non devo scrivere niente!". Da poco comincia a filtrare la luce del giorno dalla mia finestra, sembra oggi sia una bella giornata, speriamo che non piova; quì il cambiamento di tempo è repentino, dal sole alla pioggia in pochi minuti, un clima veramente molto diverso da quello della mia terra dove tutto sembra scorrere lentamente e la pioggia si fa attendere come una benedizione divina, e le prime piogge sembrano dissetare ben poco una terra arsa dal calore estivo. Pazienza, è bella anche così la Mia Sicilia, terra martoriata anche dalla siccità ma ricca di calore umano e di tanta voglia di emergere e di andare sempre avanti. Indosso un caldo pigiama di flanella bianco arricchito da graziosi disegni di pupazzetti colorati delicatamente sparsi qua e là, sembrano divertirsi a giocare sul mio corpo, ora sulle mie gambe, ora sul mio seno, paiono affacciarsi dalla scollatura come a guardare curiosamente cosa c'è sotto la maglia. Sposto i miei lunghi capelli dal viso, e li faccio ricadere da un solo lato scivolano morbidi sul mio petto dandomi una piacevole sensazione di calore. Ieri in ufficio è arrivato un nuovo collega di lavoro, lo aspettavamo: si chiama Roberto, è romano ed anche lui ha il mio stesso contratto di lavoro. Lavoreremo fianco a fianco ed il mio capo mi ha chiesto la cortesia di spiegargli sommariamente qualche operazione d'ufficio. Sapete è un gran bell'uomo, alto, un bel fisico curato, sembra uno sportivo, capelli biondo scuro e occhi verdi, azzz... davvero ok!! Mi piace questo nuovo collega, è anche molto galante, sono sicura che andremo d'accordo. Anche ieri pomeriggio ho sentito L., mi è parso più rilassato ed abbiamo parlato a lungo, era molto romantico, la lontananza pesa anche a lui. Mi ha detto dolci parole dettate dal cuore come fosse un poeta innamorato: "Vorrei essere il vento per sfiorare i tuoi capelli e perdermi tra il loro profumo, respirare l'aria che vi entra e baciarti il viso quando loro ti sfiorano. Amarti è poco, volerti bene il nulla. Ti amo Gioia, quanto ancora vorrei dirti, per farti felice, angelo mio". Io lo ascoltavo in silenzio, volevo riempire il mio cuore delle sue parole, solo parole ma che per me sono come dolci carezze. Com'è dura a volte la lontananza! Un bacio amore mio, vita mia. Ieri, ancora una volta, un mio caro amico mi ha fatto soffrire un pò, forse per lui era un gioco: mi scherniva, si divertiva a farmi piccoli dispetti ed io forse perchè sono molto sensibile o non sò il perchè( o forse lo sò e non voglio ammetterlo) mi sono dispiaciuta tanto. Mi è venuto un nodo alla gola, mi veniva da piangere, mi sentivo tradita, ferita; io tengo molto alla sua amicizia e il suo comportamento mi ha fatto male dentro. La solitudine, spesso, ti fa valorizzare di più l'amicizia e quando l'amico ti ferisce, volontariamente o no, ti senti ancora più sola. Si è fatto tardi, mi preparo per la doccia, l'acqua scorrerà su di me e porterà via le mie amarezze. Tvb golden minute,un bacio.

martedì 23 settembre 2008

Il suo viso fra le mie mani

Rieccomi, oggi ho avuto una mattinata davvero pesante, sembrava non volesse finire mai,non ho nemmeno pranzato, non mi andava di prepararmi niente. Miriam mi ha comunicato che non sarebbe rientrata per pranzo e sarebbe rincasata molto tardi la sera, allora ne ho approfittato per sistemarmi qualcosa in camera mia. Ormai è tarda serata e sono quì con il mio pc, il tesoriere della mia vita, dove riverso tutte le mie ansie e i miei sogni, testimone silenzioso dei miei desideri. Oggi pomeriggio sono dovuta rientrare un paio d'ore al lavoro per completare delle operazioni d'ufficio, all'uscita sapevo che mi avrebbe aspettata Francesco: allora volevo essere un pò graziosa per lui! Al solito, riflessione lunga d'avanti al mio armadio, poi ho optato per un bel completo di gonna e giacca di morbida lana leggera perchè, sapete, fa già freddo quì; la giacca è di un delicato colore lilla con perfilini bianchi sui risvolti, camicetta color crema appena sbottonata sul seno che lasciava appena intravedere il reggiseno di candido pizzo, la gonna scivolava bene sui miei fianchi e lasciava trasparire le mie rotondità. Profumo il mio corpo, non con cinque gocce di Chanel, ma di Anais Anais, il mio profumo preferito, messe nei punti giusti che una donna sà, trucco leggero come al solito, spazzolata vigorosa ai miei capelli e "voilà!", eccomi ... una bomba sexi! Si lo sò, la modestia nell'apprezzarmi è il mio forte. Sorrido pensando che nel giudicarmi sono proprio di parte! Come previsto, Francesco mi aspettava all'uscita dal lavoro. Indossava un bell'abito colore"fumo di Londra" che gli stava a pennello, ha un bel fisico atletico e si fa ammirare dalle ragazze che passano... e no! Non mi piace questa cosa!!! Mi ha accolta con un abbraccio e un tenero bacio sulle labbra, i suoi occhi chiari sembravano splendere, mi guardava con ammirazione ed io ne ero felice. Francesco ad ogni appuntamento mi offre sempre un fiore: è come un tacito messaggio d'amore. Un bacio, un fiore ed un tenero abbraccio. Abbiamo fatto una passeggiata sul corso, poi mi ha accompagnata a casa ed io l'ho invitato a salire da me. Non mi andava di restare da sola e allora l'ho invitato a stare ancora un pò con me. La mia Miss, la gattina, al mio rientro, guardava Francesco guardinga, non le piaceva tanto essere accarezzata da lui... che volete, è una gatta signorina ancora! Ci siamo accomodati in camera mia, fortunatamente era ben in ordine, ho messo un pò della mia musica che anche a Francesco piace ed abbiamo chiaccherato un pò. Io lo osservavo, "il mio caro angelo"... e ad un tratto l'ho baciato. Desideravo farlo, lui ha ricambiato appassionatamente, e a questo ne sono seguiti altri sempre più appassionati. Lui mi accarezzava dolcemente, teneva il mio viso fra le sue mani e mi baciava sugli occhi, sulla bocca, sul collo, mi susurrava ti amo. Io mi lasciavo andare, il calore delle sue mani sul mio viso mi faceva stare bene, il bisogno di tenerezza era forte e ne godevo fino in fondo. Francesco ha cominciato a spogliarmi dei miei abiti, lo faceva piano piano e continuava a baciarmi man mano che denudava il mio corpo ed io il suo, le sue mani raccoglievano i miei seni e lui poggiava la sua bocca sui miei capezzoli come se volesse bere e da essi dissetarsi di me. Io lo baciavo sul suo magnifico petto, le mie mani fra i suoi capelli lo accarezzavano, lui affondava dolcemente il suo viso fra i miei seni, le note di Lullaby ci cullavano in questo gioco d'amore; le mie mani sulle sue forti spalle scendevano giù, lo avvicinavo di più a me, le sue labbra mi sfioravano il ventre, la sua lingua indugiava sul mio ombelico, la sua bocca scendeva sempre più giù, ed io mi offrivo a lui totalmente... la sensazione di piacere era bellissima.I nostri corpi si avvinghiavano in un amplesso sfrenato, Francesco non smetteva di dirmi dolci parole, mi ripeteva "sei la mia luce, sei il mio amore" ed io su di lui appagavo il mio bisogno d'amore, di tenerezza, di voglia di sentire mani che accarezzavano il mio corpo, di labbra sulle mie, di farmi sentire viva in uno splendido sogno d'amore. Ma per un attimo, tenendo il suo viso fra le mie mani, non ho visto i suoi occhi, no... ma quelli del mio amore L. Era il suo viso che tenevo fra le mie mani, ed io baciavo le sue labbra, ed in quell'attimo io sono... arrivata a toccare il cielo con un dito! Amore mio quanto mi manchi!Un bacio vita mia, amore mio.

sabato 20 settembre 2008

Briciole d'amore

Stamattina mi sono svegliata molto tardi, era da tanto che non lo facevo, oggi sembra sia una bella giornata ma... brr, c'è freddino! Un timido sole illumina la mia camera, la guardo... che manicomio! Richiede assistenza per essere riordinata! Ma per ora la ignoro, faccio finta di non vedere. Scivolo ancor di più sotto la coperta, la mia Miss, la mia dolce gattina, dorme beatamente vicino a me... si lei, la piccolina, quella che stanotte non mi ha fatto dormire! Era euforica, mi saltava addosso, mi mordicchiava i piedi, mi carezzava il viso con la coda: erano inutili le mie proteste, per lei era come fosse mezzogiorno! Non c'è più mondo... anche le gatte eccitate!! Però, lo sapete, le voglio un gran bene e lei lo capisce. Ok, stavolta la perdono... come al solito. Indosso una graziosa camicina da notte in leggera flanella rosa, mi piace tanto, ha un delicato disegno floreale sul petto che sembra fare da balconcino fiorito ai miei seni che si affacciano dalla scollatura, i miei capelli scivolano sulle mie spalle e si infilano dentro ad essa, sembra vogliano curiosarci dentro ed accarezzarli. Ascolto la mia musica, ieri sera ho sentito L., mi è parso un pò preoccupato. La zona dove lui è in missione è una zona a rischio dove la tensione è sempre presente e lo stato di allerta sempre in atto. Io ho avvertito in lui questo suo stato di cose, abbiamo parlato a lungo, ho cercato di rasserenarlo, così come posso, solo con parole dette dal cuore ad un amore lontano. Ecco una delle cose che mi fa star male, in questi momenti non posso fare più di questo! Sarebbe bello stargli vicino, appoggiare la mia testa sul suo petto, ascoltare il suo cuore che batte, sentire la sua mano che mi accarezza i capelli, che sfiora il mio viso, i nostri occhi che si incontrano...No! Solo parole! Non voglio piangere, no. E poi ci sarebbe chi mi dice "dai, non piangerti addosso, serve davvero a poco!". E forse è vero, è un amore a distanza che fa sognare e che puoi vivere solo quando ci si vede. Ma è così triste, non riesci mai a colmare il vuoto interiore, ci si sente sempre affamati d'amore. Socchiudo i miei occhi e appoggio la mia testa sui cuscini, il mio pensiero stranamente va verso Francesco, il mio "angelo", come lo chiamo io. Caro, dolce Francesco, a cui ancora non riesco ad aprire il mio cuore: quasi fuggo da lui come se avessi paura di innamorarmi e soffrire, o di farlo soffrire! No, non potrei perdonarmelo, perchè merita solo vero amore. Lui che riesce sempre a darmi un pò di serenità, che si accontenta di "poche briciole d'amore", ed aspetta forse che un giorno la porta del mio cuore si spalanchi solo per lui. Un leggero brivido di freddo mi scuote un pò, forse non è freddo, ma solo bisogno di un caldo abbraccio che mi riscaldi un pò il cuore.Voglia di emozioni, di tenerezze...Un bacio sulle labbra, Francesco