venerdì 26 dicembre 2008
L'angelo della morte
E' tarda notte, sono rientrata da poco a casa mia da una serata con amici, così, per stare un pò insieme, per distrarmi un pò. Ma appena entrata, ho udito la voce di mio padre, anzi i suoi lamenti di dolore, mi sono accostata vicino alla porta della camera dei miei, non volevo interrompere il loro discorso ricco di parole d'amore. Mi rimarrà forse per sempre nella mente quella visione, mia madre china su di lui, che lo bacia sulle labbra e lui ormai quasi immobile, che con la sua mano tremante le accarezza il viso; ma ai gesti si accompagnano le parole... tremende !!! Lui la supplica di non curarlo più, di lasciarlo andare. Nonostante il calore che c'è nell'ambiente, brividi di freddo mi percorrono tutta; mamma cerca di non far caso alle sue parole, lo accarezza, lo incita a reagire. Scopro in mia madre una forza che non le conoscevo, la sua è la forza della disperazione, dell'amore verso mio padre. Li guardo, di nascosto, come quando ero piccola e mi nascondevo dietro lo stipite della porta, mi piaceva guardarli dormire abbracciati o ascoltarli mentre si raccontavano della giornata trascorsa, come sono belli, dolci... Dio perchè fai loro tutto questo!Mamma non smette di chiamarlo "vita mia", forse ha ragione, è la sua vita, quella che si sta spegnendo assieme a lui. Lei non ha ragione di essere senza di lui! Forse un gioco di luci nella penombra della fievole luce della lampada, forse i miei occhi appannati dalle lacrime non sò, mi è parso di vedere vicino mio padre un'immagine, un angelo; ma non era avvolto da una luce celestiale, no, era l'angelo della morte che stava vicino al suo capezzale, era li che li guardava ed era come fosse in attesa, mentre con il suo flauto suonava una musica sinistra, che sembra scandire forse il poco tempo che rimane per portare con sè un'altra anima. Un bacio papà, una carezza a te mamma.
mercoledì 17 dicembre 2008
Catena d'amore...
Eccomi rientrata alla base! Mi spiace molto lasciare casa dei miei, ma gli impegni di lavoro si devono pur rispettare. Sono qui, nella mia cameretta, ho lasciato un clima in Sicilia, dove ancora l'inverno stenta ad arrrivare, con piacevoli giornate ancora baciate da un tiepido sole... e sono arrivata al Polo Nord! Sapete, quì dove vivo adesso il freddo è veramente freddo, io penso se lo facciano mandare direttamente dal Circolo Polare Artico, forse per averne l'esclusiva! Sono sotto il piumone, indosso un caldo pigiama di lana colore rosa pastello, mi avvolge dolcemente in un caldo tepore, ho anche sulle spalle uno scialle di morbida lana bianco, che mamma ha lavorato ai ferri; mi piace averlo indosso, e come se avessi le sue braccia che mi cingono le spalle, ha ancora un pò del suo profumo, profumo di "mamma". I vetri della mia porta-finestra sono appannati da un velo di vapore, fuori scendono leggeri fiocchi di neve che si pogiano sui rami degli alberi imbiancandoli appena, è come se madre natura si prodigasse a ricoprire i suoi figli, con una morbida coltre di neve, per ripararli dal gelo: per me è uno spettacolo, non sono abituata a tutto questo e ne rimango estasiata. Miriam è stata dolcissima, si è affannata tra i fornelli, ha fatto davvero un "miracolo", la cena era... mangiabile! Povero tesoro, lei per la cucina è negata! Mi aspettava con ansia, sapete, ed io non vedevo l'ora di riabbracciarla; siamo molto legate, ci teniamo compagnia, ci confidiamo tutto, dopo cena ci siamo messe "comode" nella mia camera. Tra valigie ancora da disfare e pacchi regalo scartati in fretta per la curiosità del contenuto, la mia gattina Miss a stento ha trovato la sua cesta per sonnecchiare.Ci siamo raccontate un pò tutto quello che era successo durante la mia assenza, Miriam ed io, sedute con le gambe incrociate sul mio letto, come non ci vedessimo da chissà quanto tempo; lei era lì di fronte a me, pendeva dalle mie labbra, la curiosità le faceva brillare quei suoi occhi chiari così belli, sembrava una bimba che stesse ascoltando una fiaba. Mi ha fatto il "terzo grado di interrogatorio", sembrava un commissario di polizia, che cerca di spremere il sospettato! Le ho raccontato delle mie giornate, di mio padre, di mamma, di quegli "amori" dei miei fratelli che mi hanno organizzato l'incontro con Giuseppe; non vi dico le sue considerazioni, o meglio i suoi apprezzamenti sul comportamento degli stessi, meglio sorvolare. Miriam è così... spontanea, diciamo! Stasera ho di nuovo sentito Giuseppe, mi chiedeva come fosse andato il viaggio, al solito una scusa, si è offerto ancora una volta di venirmi a prendere per ritornare giù in Sicilia, per le vacanze natalizie; cerco di essere calma quando parlo con lui, ancora mi prende "un pugno allo stomaco " quando lo sento, l'essere ritornata a casa, l'averlo rivisto, non mi ha lasciata indifferente: forse il mio è un rapporto di odio e ancora amore nei suoi confronti. Lo sò, mi direte che ho una gran confusione nella mia testolina, ma lui è stato il mio primo amore, lui mi ha fatto... diventare donna, con Giuseppe io ho conosciuto la passione, mi ha insegnato l'arte del sesso in amore: perchè lui è davvero un artista in questo senso, è pieno di fantasia, e sa farti raggiungere l'estasi in certi momenti. Lo sò, con lui ho conosciuto anche il disprezzo, l'umiliazione, a volte la paura, tutti sentimenti che cozzano con la sua arte straordinaria di amare. Non è facile per me, il nostro legame è ancora come una catena che è difficile da spezzare, delle volte sembra che quest'ultima mi stringa a tal punto da farmi tanto male, ed io gliel'ho detto sapete, e Giuseppe sorridendo dolcemente mi ha risposto: "non puoi spezzarla, la nostra è una catena d' amore".
venerdì 12 dicembre 2008
Geloso di un sogno
Ha preso la mia mano nella sua, come fosse un gesto normale, e mi ha guardata sorridendomi: forse non se lo aspettava che accettassi di ballare con lui. The Power of Love, una canzone che spesso ci accompagnava nei nostri trascorsi, adesso ci vedeva ballare quasi come due estranei; quante volte queste note ci avevano visto insieme... Giuseppe mi cingeva la vita delicatamente mentre ballavamo, io mi limitavo a seguire il ritmo della musica, le mie mani appena poggiate sul suo petto... come avrei voluto ci fosse il mio angelo al suo posto! Lui mi parlava dolcemente, mi riportava indietro con i ricordi, lo sentivo enfatico, lo avvertivo dal tremore leggero delle sue mani, mi sfiorava i capelli con la mano, mi sussurava "sei il mio respiro, io non vivo senza di te, ritorniamo insieme, ti accorgerai che sono cambiato". Le sue parole le ascoltavo in silenzio, come a voler capire cosa dicesse, percepivo il calore del suo corpo del suo profumo; un legame forte ci unisce, non si possono dimenticare di colpo tanti anni di vita insieme, le sue parole mi martellavano il cervello, mi sentii come se mi mancasse l' aria... era come se avessi fame d' aria. Lo invitai ad uscire in terrazza, avevo bisogno di respirare, o forse volevo solo interrompere il suo discorso. Una spendida serata invernale, appena un lieve soffio di vento sfiorava le foglie di mirabili piante sparse nella terrazza, gerani ancora in fiore pendevano da vasi di terracotta sul davanzale della stessa, un leggero profumo di zagara arrivava fin sopra da un giardino vicino ricco di alberi carichi di colorati frutti che si illuminavano con i raggi luminosi della luna piena. Stavamo così uno accanto l'altro, lui mi accarezzava i capelli, continuava a parlare di noi due ed io all'improvviso ho risposto con gesti inconsulti. Gli ho battuto i pugni sul petto, volevo scaricare la mia rabbia su di lui, e Giuseppe non ha mosso un dito; io piangevo e lo colpivo con i pugni serrati, volevo fargli male, il male che lui aveva fatto a me volevo che lo sentisse su di lui!!! "Sei stato geloso di un sogno, era solo un sogno il mio, hai distrutto tutto per un sogno!". Lui era immobile, come se si aspettasse questa mia reazione, non diceva una parola, stava lì, mi guardava senza dir nulla. Mi guardava stranito, ma non c'era cattiveria nel suo sguardo, sembrava prossimo al pianto, trattenuto forse per orgoglio maschile, capiva quanta rabbia ci fosse dentro di me e ascoltava tutto quello che gli rimproveravo. Mi abbandonai ad un pianto liberatorio, Giuseppe mi ha stretto a se dolcemente, ed io mi sono sentita come svuotata dentro, stanca; ero riuscita a dirgli quanto mi avesse ferita, quanto mi avesse fatta sentire l'ultima delle donne in certi momenti con lui, quanto il suo egoismo fosse preponderante fra di noi e come era riuscito ad uccidere un vero amore. Un bacio a te angelo mio, con te io vivo, anche se sò che la mia realtà non può farmi ancora volare con te. Un bacio sulle tue labbra.
sabato 6 dicembre 2008
Una serata particolare... Prima Parte
Buongiorno giorno! Era da tanto che non salutavo così il nuovo giorno. Oggi mi sento carica di emozioni, ho voglia di trascriverle sul mio pc. E' una bella giornata di sole oggi, ventosa, un pò freddina, ma bella, la mia bella Sicilia riesce a regalare anche a Dicembre delle splendide giornate di sole. Sapete l'Etna si e imbiancata, è uno spettacolo stupendo ammirarla, sembra una bella dama con uno scialle di morbida e candida lana bianca; ma lei si è solo "ammantata" di neve, e si staglia imponente all'orizzonte, sbuffando serenamente un pò di fumo bianco che si confonde fra le nuvole. Sono nella mia camera, tra le mie cose, questa camera mi piace molto, non ha molti mobili ma l'essenziale per renderla comoda e pratica, e vi assicuro che quando è ordinata è davvero bella! Vi è un bel armadio dalle tinte tenue in verdino e color panna, dove sugli sportelli sono dipinti graziosi mazzolini di fiori dai colori delicati, un bel letto in ferro battuto in tinta con l'armadio, dove sul capezzale, nei nodi della lavorazione, sono applicati fiori colorati lavorati egregiamente dal fabbro. Una bella scrivania piena di mille cose, una tolettina da trucco con marmo rosa dove sono diciamo "riposti"(per non dire litigano fra loro, tale è il disordine) i miei profumi, i miei trucchi, le mie ciprie, un portagioie che mi regalò mio padre al ritorno da un suo viaggio all'estero: è un delizioso armadietto cinese con all'interno tanti cassettini foderati di seta bordeaux con foglioline oro, dove ripongo i miei piccoli oggetti preziosi. Una bella specchiera rotonda di legno chiaro, che mi ha vista specchiare e crescere pian piano, mi ha vista felice mentre spazzolavo i miei capelli, o mi truccavo gli occhi, o mi facevo "bella" per uscire con chi ho amato davvero, ha specchiato il mio viso pieno di lacrime quando mi sono sentita ferita e come una sciocca parlavo da sola con me stessa, e guardandomi allo specchio mi compativo, ed allo stesso tempo mi criticavo e mi accusavo: in quei momenti la mia immagine riflessa era per me la mia unica amica. Istintivamente porto indietro con una mano i miei capelli, socchiudo gli occhi, sembra tanto lontano delle volte quel tempo, non voglio intristirmi... ma il passato ritorna sempre! Ieri sera i miei fratelli hanno organizzato una serata fra amici, un modo per ritrovarci e stare un pò insieme,ma... non avrei mai pensato che fosse un'uscita trabocchetto!! Sono tremendi, delle volte mi verrebbe... lasciamo perdere, poi sembrerei anche violenta!! Ho indossato un bell'abito nero con dei piccoli e morbidi volant bordati di fili d'argento sulla gonna, un bel decoltè a goccia; ho raccolto alcune ciocche di capelli con un fermaglio a "fiore" nero e argento, trucco leggero perchè, sapete, non mi piace appesantirmi gli occhi con vistosi ombretti, un filo di lucida labbra, qualche goccia di "Roma "( uno dei miei profumi preferiti), scarpe di morbida pelle e sopra un cappottino bianco con un soffice colletto di pelliccia dello stesso colore. Guardatemi, ho detto poi ai miei fratelli... dove ve la sognate una sexi come me? La sorpresa l'ho trovata al ristorante, perchè tra gli amici che mi hanno accolta festosamente, c'era anche lui, il mio ex fidanzato, Giuseppe! Lui era fra loro, mi ha salutata con una stretta di mano ed un timido bacio sulla guancia, l'ho accolto gelidamente mentre fulminavo con gli occhi i miei fratelli. Giuseppe durante la cena non la smetteva, anche se con discrezione, di guardarmi, stranamente sembrava impacciato, sapeva di non raccogliere la mia simpatia e cercava di partecipare alle discussioni degli amici dei miei fratelli con finta disinvoltura. La cena è trascorsa così fra chiacchere, risate e apprezzamenti per i vari piatti che ci venivano serviti. Durante la cena abbiamo deciso di concludere la serata in una discoteca molto nota di Catania, almeno un pò di musica e qualche ballo mi avrebbe tirato un pò sù. Il locale è molto elegante, ha due piste da ballo, bei pavimenti in marmo, lampadari maestosi in Swarovski pendevano giù dal soffitto e, al riflesso della luce, facevano brillare di mille colori i loro cristalli; comodi divani di pelle bianca erano sparsi per le sale, in fondo alla sala un barman serviva invitanti cocktail, la musica si diffondeva in modo piacevole. Abbiamo preso posto sui divani, gli amici scherzavano tra loro, i miei fratelli sono andati subito a ballare con le loro ragazze ed io... sono rimasta in compagnia di Giuseppe. Lo osservavo nella penombra della sala, neanche il buio riusciva a nascondere i suoi lineamenti del viso marcati: bruno, occhi penetranti, naso perfetto, una bella bocca e denti bianchi che appaiono ad ogni sorriso, un fisico atletico. Un corpo che mi ha fatto impazzire, che quando affiorava, mentre lo spogliavo dei suoi vestiti, voleva solo essere baciato, amato e sfiorato dalle mie mani con desiderio. Le mie mani su di lui sembravano accarezzare una statua scolpita da un maestro d'arte scultorea. Ad un tratto la sua voce calda con dei toni bassi incredibili sembrò darmi una scossa, come se mi avesse destata: mi offriva una rosa, ed io, garbatamente, l'ho rifiutata. Non ha avuto una reazione particolare, come se l'aspettasse, l 'ha poggiata sul tavolo come niente fosse. Ma ad un ennesimo invito a ballare, non ho potuto rifiutarmi nuovamente...
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