martedì 8 settembre 2009

Gioia e l'insofferenza

Sembrava fosse già tutto scritto e definito il mio futuro con Giuseppe, come la trama di un film di cui spesso si sa già il finale "e vissero felici e contenti"... nel film! Ma la realtà cominciava a farmi vedere un altro finale della relazione, iniziavano a starmi "strette "tante cose, no che non l'amassi più, ma forse crescere e confrontarmi un pò con delle mie coetanee mi apriva gli occhi su un altro modo di vedere il nostro rapporto. Sempre più di frequente ero insofferente alle sue costrizioni, non c'era nulla di male se delle amiche mi invitavano ad uscire per fare shopping o se mi attardavo a chiaccherare con i colleghi nell'atrio della mia facoltà, o se scambiavo con alcuni di loro il numero del cellulare... quest'ultima, poi, una tragedia! Mi richiamava subito e se io mi ribellavo con flebili proteste, Giuseppe mi faceva lezioni di "saper vivere": "non vedi come vanno vestite le tue amiche? Lo sai il detto, se ti unisci a loro ti considereranno poi tale". Continuava "Non sta bene che ti soffermi a chiaccherare con dei colleghi fuori dall'aula, sanno tutti chi sei, vuoi che poi ridano di me?Il cellulare! Ma scherzi, è una cosa molto personale non devi dare il tuo numero a nessuno". Insomma, oltre che dare lezioni della sua materia ai suoi studenti a me impartiva lezioni di vita, di vita da reclusa! Ho concluso questa frase quasi con rabbia, perchè i miei pensieri tornano indietro e alcuni non li vivo bene, lui avvertiva la mia insofferenza che sempre più a fatica riusciva a soffocare. Alle volte mi sentivo come un cavallo rinchiuso in un recinto, animale che amo perchè mi dà l'idea di libertà, mi sentivo come uno di loro, tenuto però a briglie strette da lui,ma ad ogni suo strappo mordevo il morso e alzavo il capo fiera, come per volergli far capire che non volevo abbassare più la testa, e non curante dei colpi di sperone per indurmi a sottostare, io reagivo invece inarcando la schiena cercando di disarcionarlo per correre libera e sola nelle praterie. Forse tutto ciò traspariva nel mio sguardo, nelle mie reazioni alle sue "paternali"... poi m'abbracciava stretto a sè e mi diceva "ma come scalpita la mia sicula ribelle"... ed io mi scioglievo come neve al sole! Ecco bastava mi stringesse fra le sue braccia, o sentire le sue labbra sulle mie, su di me, sentirmi accarezzare dalle sue mani che scivolavano sul mio corpo come il tocco di una piuma che mi procurava brividi di piacere immenso ed io m'abbandonavo a lui... come sempre.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Com'è bello leggerti mi sembra di essere spettatore delle tue vicende.Sei molto brava a descrivere e raccontare di te.Al prossimo post Ciao grande Gioia

Anonimo ha detto...

l'amore rende ciechi a volte gioia....è una cosa normale , come si suol dire " all'inizio son tutte rose e fiori " , quando si ama tanto si guarda solo il lato positivo di tutte le cose che si fanno con la persona amata.
si pensa solo ad amare , solo a pensare ininterrottamente per 24 ore su 24 alla persona che in quel momento per noi è tutto.
io credo che quando si cominciano a notare dei comportamenti negativi da parte del partner , non è che si aprono gli occhi perchè quelli li abbiamo sempre aperti , ma è il cuore che offusca la vista e non ci fa vedere tutto quello che dovremmo .
quando comincia a calare un po di amore , ecco che allora cominciamo a dire ....caspita non sono piu' libera-o....non posso vestirmi come voglio...non posso parlare con nessuno....non posso andare con gli amici....forse è questo il problema....forse il problema è che quando si ama veramente diamo anima e corpo alla persona amata...e questo ci impedisce di conoscere che tipo di persona è veramente....
gia'..l'amore rende ciechi...
ma vale la pena amare...ed essere amati...nonostante tutto , nonostante le sofferenze che seguiranno.
un bacio gio'....
D.

Anonimo ha detto...

Gioia,
è odioso dirsi addio, un triste e malinconico momento, ma fuggire da quei momenti per non sentire er dolore soprattutto quannu se lascia una persona che ami. Quello è l'attimo più doloroso e troppo debole pe sopportare il tutto.
Ma tu Gioia sei stata forte a fregartene dei legami troppo forti, anche se mettere fine è stata dura.
Si può vivere e andare avanti, perciò Gioia avanti è la vita, ciau Alessandro!!