domenica 3 maggio 2009

La piccola Gioia - prima parte

Stanotte son rientrata un pò tardi, ma si sa che quando si è con amici e la compagnia è piacevole il tempo vola ed ho anche esagerato un pò, cosa che non è da me, bevendo un pò di birra che mi ha fatto star male questa notte... giuro, non esagererò più! Stamattina a fatica mi sono alzata, sembra come se mi fosse passato un camion addosso, la mia gattina Miss mi guardava perplessa, barcollavo un pò ed avevo un tremendo mal di testa. Subito occorre del caffè nero amaro, almeno mi rimetto sù, nemmeno avessi fatto una sbornia, non reggo nemmeno un paio di bicchieri di birra! Mi guardo allo specchio: oh mamma mia!! Sono io quella che si riflette?? Il mio viso è pallido, fa quasi concorrenza al colore della mia camicia da notte, se non fosse per il corpino ricamato con variopinti mazzolini di fiori mi confonderei con la stessa! Su, non mi resta che schiarirmi le idee sotto l'acqua della doccia, ultima ancora di salvezza in questo momento, ho troppo da fare, devo darmi una smossa! Mamma mi ha mandato alcuni pacchi di libri, non li ho ancora aperti, tutti aspettano pazientemente che io li apra. Avvolta da un morbido accappatoio rosa, con i capelli trattenuti a"turbante", mi sento rinata! Ci voleva una bella doccia. Prendo alcuni libri dallo scatolone, devo darci sotto, mi rimane poco tempo e sono allo sprint finale, non posso più dormirci sopra! Mentre pettino i miei lunghi capelli sfoglio le pagine di un libro, oddio... una foto di mio padre con me in braccio, è stata mamma sicuramente a metterla lì, dove sapeva che l'avrei trovata senz'altro. Che bella sorpresa! Istintivamente bacio il viso di mio padre, la porto sul mio seno come per abbracciarlo, com'ero piccola in questa foto, indossavo un vestitino di carnevale, quello di cappuccetto rosso... non lo sopportavo! Sul mio viso si nota tutto il mio diniego verso di esso, avevo un viso imbronciato che affiorava da un cappuccio rosso di raso con merlettino bianco, le mie trecce scivolavano giù sin al grembiulino bianco, sembravo una pantera nelle vesti di cappuccetto rosso... tanto ero nera quel giorno! E mio padre che mi osservava perplesso, come fosse già pentito di avermi fatto indossare quella mascherina. Lui mi capiva, eravamo quasi in simbiosi noi due. Figlia voluta, desiderata, alla nascita mia madre mi raccontava che lui piangeva per la felicità, non riusciva a dire altro "che gioia, Dio mio, che gioia che mi hai dato"... ed ecco da lì il mio nome Gioia, certo non usuale, non classico ne esotico, ma rispecchiava lo stato d' animo di mio padre: era nata la sua Gioia. Sono nata di Maggio, al mattino presto, dopo un lungo travaglio di parto, mamma diceva che mi complicavo la vita sin d'allora; son cresciuta in una famiglia dove, senza retorica, vige amore, rispetto e comprensione. I miei fratelli a modo loro hanno cercato di adeguarsi sin dall'inizio all'arrivo dell' "intrusa", ho scombinato in un certo senzo la loro territorialità: insomma, era arrivata quella che li avrebbe messi in riga!! Non potete immaginare come sorrido se penso come mi risponderebbero adesso e non mi sogno di trascriverlo, sarebbe anche diciamo... volgare?! Sin da piccola, mio padre mi diceva che avevo una marcia in più rispetto a gli altri bambini, io ho sempre pensato lo dicesse per amore, lui era il mio punto fermo nell'età dei cento perchè, spesso rivolgendomi a mia madre per avere una spiegazione per un dubbio mi vedevo rimandata indietro da un "poi te lo dico "; forse troppo occupata per il suo da fare, non sempre mi accontentava ed io non me la prendevo più di tanto, poi avrei aspettato papà, lui non mi avrebbe lasciata con i miei dubbi nei miei molteplici "perchè??". Lo aspettavo la sera, mi metteva sulle sue ginocchia ed io mentre lui cenava cominciavo a chiedere "papà, mi dici perchè si nasce, perchè vengono le malattie, perchè perchè?"... lui non si stancava mai, cercava di spiegarmi le cose in modo semplice per appagare la mia fame di sapere. Mio padre mi insegnò a scrivere e a leggere: non avevo nemmeno cinque anni, forse meno, e già sapevo leggere e scrivere grazie alla sua pazienza. Ricordo le mie prime " parole crociate", mi piaceva farle; certo, facevo le più semplici, ciò che non sapevo me lo cercavo sui libri, come faceva lui e come mi aveva consigliato di fare. La mia maestra delle elementari non credeva che facessi questo, e ricordo mi mise alla prova alla lavagna, con un semplice quadro somigliante allo schema delle parole crociate con semplici domande ad incastro, a cui io davo la risposta completando il quadro. Mi disse "tu, piccolina, sei davvero una Gioia!"... era commossa e stupita, io pensai fosse solo molto affezionata a me. Passavano gli anni, crescevo, il mio corpo acerbo si trasformava, si riempivano i miei fianchi, si arrotondavano i miei seni, i tratti somatici di bambina lasciavano sul mio viso il posto a quelli di donna, conservando gli occhi chiari come quelli di mio padre e la folta chioma di lunghi capelli mori come quelli di mia madre su una carnagione rosea che dava risalto al tutto. Caratterialmente sono molto paziente, ma come carattestica del mio segno zodiacale, il Toro, se poi tirano" troppo la corda" allora poi vedo rosso e vi assicuro che divento davvero furiosa!! Amo l'arte, la scultura, la pittura, dipingo quando ho del tempo libero, ho molta fantasia; non mi fermo ad una sola risposta, ne ricerco delle altre per appagare i miei perchè, che ancor oggi mi accompagnano nella mia "fame di sapere". Non sopporto l'arroganza, sinonimo di ignoranza, e il non rispetto verso il prossimo, amo la mia musica, ma quella che piace a me, fatta di note classiche che mi rilassano ed accompagnano i miei pensieri. Amo i miei silenzi, il ricercare me stessa quando la solitudine è la mia compagna e sono solo io e me stessa, e cerco di analizzarmi per migliorarmi. Anche da fanciulla avevo le mie giornate "no", prendevo qualche libro e mi chiudevo nella mia cameretta, fra le mie cose, volevo restare da sola, noncurante delle lamentele di mia madre che giustificava il tutto con un "oggi la signorina ha la luna storta"! Forse aveva anche ragione mamma, ma io sentivo il bisogno di isolarmi, forse per ricercarmi....

3 commenti:

Anonimo ha detto...

che bei ricordi gio'....sai...mentre leggevo nella mia mente scorrevano le immagini della mia infanzia , io mio padre non l'ho conosciuto e a volte immagino come sarebbe stata la mia vita con lui presente al mio fianco....ma comunque la sua non presenza mi ha fatto diventare forte...forte...almeno questo...gio'...se puo' consolarti sono reduce da un matrimonio.....sto peggio di te....ahahahahahah....pero' ti consiglio di mantenerti in allenamento...non puoi andare in tilt con due bicchieri di birra....ahahah....un bacio...
auguri per il tuo compleanno...sei nata in maggio...quindi è prossimo...a meno che non hai gia' festeggiato...
D.

Anonimo ha detto...

Cara amica come promesso torno a leggerti , mi scuserai , se ti ho trascurato un pò , in questo racconto descrivi la tua infanzia , sei cresciuta con l'amore della tua famiglia , col tuo amato papà la tua mamma e i tuoi fratelli , per loro eri un intrusa , ma crescendo la tua famiglia ha acquisito una ragazza eccezionale ed una scrittrice... ormai non so più come descriverti ...non trovo più aggettivi...continua così Gioia , a presto , il tuo amico sil...

Anonimo ha detto...

forse solo io so come sia stata divertente e giosa la tua infanzia.....fatta di urla ,inseguimenti,giochi......di cosa significhi la figura di tuo Padre severo e dolce nello stesso tempo(certo eri la sua cocca)e quanto tu fossi legata a lui...a quando ti vengono le giornate storte(meglio starti lontano)ora lo capito..meglio tardi che mai....a quanto adori studiare e la cultura in generale...ed infatti tutto cio' ti porta a scrivere delle cose fantastiche che adoro leggere....un bacio grande grande ....tuo polinesiano