sabato 2 agosto 2008

Il faro e la sua lampada

Rieccomi a casa mia! Finalmente sono ritornata, l'emozione è stata fortissima, già sull'aereo contavo i minuti che mancavano per essere di nuovo quì : dall'oblò dell'aereo guardavo giù e vedevo la mia terra, tinta da quel giallo caratteristico del periodo, che denota la siccità dei campi, mi appariva bello anche questo, sapete cosa mi sembrava? Un girasole in mezzo al mare la mia bella Sicilia, pareva mi aspettasse a braccia aperte. L'etna avvolta da un denso fumo bianco annunciava ai forestieri che lei è in eruzione; è come uno splendido fiore di cactus, che sboccia solo la notte e di cui solo pochi possono ammirare e godere della sua magica bellezza. Sembrava dare per la notte l 'appuntamento a chi volesse guardarla, nella sua meraviglia notturna, avvolta da nuvole rosse che vengono attraversate da spettacolari esplosioni, che sembrano toccare il cielo. Si abbellisce i fianchi di roventi colate che si stagliano nette nell'oscurità della notte. Lo sò che la mia terra ha poco da offrire economicamente, ma la sua bellezza è la nostra ricchezza, siamo ricchi noi siciliani di bellezze paesaggistiche che pochi al mondo hanno... questo è il nostro patrimonio! Il mio primo saluto è stato per mio padre, sono andata a trovarlo lì dove adesso cercano di curarlo. Si è fatto trovare ben ordinato e profumato, come un fidanzato che aspetta "a zita "(la fidanzata), l'ho abbracciato e l'ho stretto delicatamente a me. Il contatto fisico con quel corpo una volta muscoloso, fiorente, possente ha invece trovato un fisico deteriorato dalla malattia, magro e sfinito dalle cure. Non riuscivo a trattenere le lacrime, un nodo maledettamente doloroso mi stringeva la gola. Mi ha tenuta a lungo abbracciata a se e così ho potuto nascondere le lacrime che, adesso mentre scrivo, scendono copiose sul mio viso. E' stato lui a farmi coraggio, sapete?! Mi ha rassicurata dicendomi che le nuove cure saranno per lui più efficaci, che presto starà meglio. "Stai tranquilla, Gioia di papà, vedrai che mi rimetterò presto" mi diceva ed io non smettevo di accennare un "si" con la testa, non riuscivo a parlare... ma dove la prende questa forza? Abbiamo parlato a lungo, mi ha fatto trovare pure i biscottini che mi piacciono tanto... che grand'uomo mio padre! Ha organizzato così, nel suo letto di sofferenza, una piccola festa con i dolcetti per la sua Gioia, "a nica" (la piccola), che è tornata a casa! Mamma mi ha preparato un pranzo "Luculliano" ... non sono proprio riuscita a mangiare tutto! Mi sono sforzata solo per farla contenta, per non sentirle poi dire "devi mangiare, sei magra fatta !"... le solite preoccupazioni delle mamme.
Abbiamo parlato a lungo, come ai vecchi tempi, io sdraiata sul mio letto e lei vicina a me, che ogni tanto per avere conferma di qualcosa mi dice "ho fatto bene Gioia? ho parlato bene?"... questo ed altri fattori denotano la grande insicurezza che è sempre stata in lei che per farzi forza si è sempre adagiata su mio padre, che ha fatto di me la sua "mamma" dove si rifugia nei momenti di grande sconforto. Ma io l'amo così, insicura, fragile al tempo stesso, una piccola donna che a modo suo cerca di nascondere le sue fragilità dietro qualcuno della sua famiglia. Lei ci tiene a sottolinearlo che "è la mamma" e come tale la dobbiamo sempre ascoltare e rispettare! E sapete cosa dice sempre per darsi un "atteggiamento" come dico io? "Mata a purtari rispetto, fino a quannu ho novantanove anni nove mesi e nove giorni!" (mi dovete rispetto fino a quando avrò novantanove anni nove mesi e nove giorni) corredato da un mio "azz.." finale e lei al solito "Gioia,finiscela! ora ciù dico a tò padre" (smettila, ora lo dico a tuo padre ) ... come sempre si rifugia nell'autorità di papà per far valere la sua ! Oppure quando piange disperata per la salute di mio padre, si rivolge a me e come voler aiuto mi dice: "Tuo padre è la luce della mia vita,come faccio senza di lui.."! Ed io sò che dietro quelle parole dettate dalla disperazione c'è una vita trascorsa insieme, fatta di amore una per l'altro, di mio padre che ancora oggi la prende per mano per farle attraversare la strada, come ad una bimba, che la chiama ancora "la mia bambola", perchè i suoi occhi non hanno mai visto sfiorire la bellezza che era in lei, una bella ragazza mora di cui lui è ancora innamorato. Io vedo i miei genitori come "il faro e la sua lampada", sono uno in funzione dell'altro e non hanno ragione di esistere se viene a mancare uno di loro. Cara, dolce e fragile mammina mia, una bimba insicura e indifesa che riveste maldestramente il ruolo di mamma e di moglie. Ti adoro!.. Ed ora sono quì fra le mura amiche della mia camera, che mi hanno accolto con un caldo abbraccio, fra le mie bambole di porcellana che mi hanno vista gioire, piangere, che ascoltavano i miei sogni a occhi aperti, che erano lì ad aspettarmi... i miei libri,le mie piccole cose, sembrano che tutte mi sorridono, anche a loro è mancata Gioia!



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