giovedì 3 luglio 2008
La solitudine
Buon giorno ,giorno!UFF oggi un'altra giornata calda, d'altronde siamo in estate, sono ancora a letto; non ho voglia di alzarmi oggi, mi sento un pò giù. La mia Miss Gangh poltreggia ai miei piedi,ma lei di solito fa sempre così. Alzo un pò i cuscini, mi adagio meglio, mi guardo intorno. Uhh che folla in questa stanza! Quasi non si riesce a contenerla! Ma è gente silenziosa, non parla, mi guarda e non mi rivolge la parola... troppo silenzio in questa stanza! Dai, accendo la mia amica musica, sii! Ecco, la stanza subito si riempie di note, comincia a vivere... ed io con lei. I miei lunghi capelli scendono disordinatamente sulle mie spalle, mi contornano il viso, la mia camicina da notte cade giù dolcemente sul mio corpo, sembra carezzarmi e lascia trasparire appena i miei capezzoli, è bella, di pizzo rosa, scivola su di me come un velo leggero. Ecco Lullaby, la mia preferita, quella che come dico io mi fa volare in alto,sulle ali della fantasia. Scatena in me pensieri stupendi, liberi da costrizioni. Io la lascio fare perchè penso che la fantasia sia la sorella pazza della ragione e che lei debba correre felice per non far sentire Gioia sola anche in mezzo alla folla! Mi manca l'allegria della mia casa, il vociare dei miei fratelli che anche per un non nulla hanno sempre da discutere. Non si mettono mai d'accordo loro; mi mancano le risate scatenate, le corse nel corridoio di casa mia per sottrarmi al solletico che mio fratello si ostina sempre a farmi, mio padre che cerca di stare serio mentre osserva la scena e ci congeda con un : "mah che bella gioventù" e sorride sornione, mia madre che ama carezzarmi i capelli quando entra in punta di piedi in camera mia ,mentre io studio.Dov'è tutto questo! Le lacrime scendono calde sul mio viso, Gioia oggi non è proprio una gioia, cosa ho fatto di male io?? La mia unica colpa è quella di aver amato tanto, di aver capito che la vita è una sola e che la si deve vivere, che devi amare chi ami e non essere schiavi di chi ti impone il suo egoismo che confonde per amore. Le mie mani scendono sul mio corpo quasi come una carezza per non farmi sentire da sola, si soffermano sul mio ventre, i miei ricordi tornano indietro a quando pensavo che potessi essere incinta di G. Quei giorni per me furono pieni di angoscia ,non perchè non volessi un bambino, anzi io li amo, ma perchè G. mi aveva incastrata,come dice lui. Non avrei mai abortito e lui lo sapeva e avrei dovuto sposarlo per completare la sua vittoria su di me. Quel giorno glielo dissi:"sai G.ho un notevole ritardo delle mestruazioni"; lui non credeva alle mie parole ,era radioso, cambiò subito attegiamento nei miei confronti. Andammo a pranzo fuori quel giorno, lo facevavamo spesso, indossavo un abito colore cielo, una giacca leggera di tonalità un pò più scura; il vestito aderiva perfettamente sul mio corpo, lasciava trasparire appena il mio ventre leggermente gonfio. Avevo raccolto i capelli in uno schignon, sembravo una ragazza che si apprestava a diventare donna, e lui , G. , me lo fece notare subito ,mi disse"la gravidanza ti fà bella più di quello che sei,sembri una donna che stà sbocciando". Quel giorno,a pranzo, G.parlava già del suo futuro ,come padre,come insegnante: programmava anche per quell'ipotetico figlio la sua vita. Io non riuscii a mettere niente in bocca, lo sentivo tutto preso da questa novità, a volte mi passava delicatamente la mano sul ventre: lì pensava c'era un'altra sua proprietà, ed io lo guardavo, aspettavo mi dicesse cosa ne pensassi io: ma non mi chiese nessun parere!. Ora si sentiva un futuro marito e padre padrone!
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